La punta della penna di Carlo Dossi stride ed incide, nera, sulla carta indelebile; non l'emula lo stile
libero, che tracciò il museo secreto di Giulio Romano, di Marc'Antonio, de' Caracci, dell'olandese
Torrentius, delle stampe saporose e grasse di Rembrandt; le grivoiseries postillate ed acquarellate, a
sanguigna ed a grisailles, dei La Tour, di Boucher, di Fragonard, delli artisti in diciottesimo, del
diciottesimo secolo, che hanno dato il massimo contributo al Décolleté et Retroussé di quattro
secoli di gauloiseries, non la superarono mai. Anche Rowlandson, colla sua gioja ventripotente e
massiccia, anche Hogarth son già sorpassati. Goya gli cavalca alla portiera di sinistra, a destra
Rops; essi gli porgono il terribile ed il delizioso; riabilitano, colla soferenza la lussuria: "Oh se la
voluttà non è che il sorriso del dolore, la lussuria sarà lo strazio dell'amore!" Ancora i Giapponesi
insegnano. Orribili e bellissime hanno dipinte delle donne riverse, li occhi chiusi, i denti serrati, tra
la linea di sangue delle labra, il ventre martoriato, straziato da una caviglia spettacolosa; deformi li
uomini e divini, inalberando un lingam, invidiato dal Dio di Lampsaco; orribile e martire, la donna
succhiata dalle mille ventose di una piovra, e pur convulsa, isterica, soddisfatta dalla lussuria che
conduce a morte: orribile e reogonico, il mostro ragno mygale, che divora, lentamente, il cuore alla
fragile Tang Choui, la Dea della oscurità: orribile ed aspirante, la Corona del Piacere incredibile
scoltura ferruminata d'argento, d'oro, di stagno, di perle, di giada, di avorio, di legno, di bronzo, di
corallo, di lacche, di porcellane; corona di tutti i peccati mortali, che si spiritualizzano in tutte le
virtù: l'Hoan-hi Koan-mieu. Morte; Lussuria: perciò è morta Iza Millerose; perciò vengono portate
in trionfo, da braccia maschili ed ebre, da banchieri, studenti e cavalieri di fortuna, sopra la
majolica bianca degli sparati insudiciati da una notte di veglione, la Sciana e la Firisella
debardeuses emerite di borse e borsacchini; perciò si baciano frementi, sulle bocche insaziate, nella
cella conventuale, piissima, nuda a difendere il vas spirituale, la janua coeli, la mystica rosa, le
monacelle ed, altra farnetica le serafiche misticità di Santa Teresa gridando: "Dabo tibi dorsum et
non faciem" quasi parlasse al Diavolo, mentre s'intrattiene col suo confessore, - il che è lo stesso.
Perciò tengono casini da giuoco per i barati, i bari ed i baroni, principesse valacche e russe, vive ed
attuali similitudini di quella Leonora che andò sposa a Borso d'Este: "faciem pictam, dotam fictam,
vulvam non strictam"; - perciò la Barbica vende carne tenera feminile e già scozzonata; - Sofonisba
Altamura del Conneticut dispensa il feminismo alla moda - vi appaiono cinedi ed insatiriti; - la
duchessa di Stabia, nuova Marulla, ingaggia domestici d'alta statura, dal collo toroso, dalle spalle
quadre, a servirla per cocchieri e stalloni, salvo poi licenziarli, se, nel soddisfarla dimenticano di
chiamarla eccellenza; Elda duchessa di Stabia, che divaricavit tibias suas sub omni àrbore.
Mirabile ed autentica sintesi letteraria; è sempre l'idealista precipitato in fondo alla cloaca sociale,
dentro li infondibuli del sesso. Ne estrae il groviglio biblico: la donna, il dragone, l'uomo, il pomo:
tra fiori, tra frasche, tra le angoscie: il serpe-dragone, sopra tutto, che rinchiude, nelle sue spire,
tutto l'amore della umanità, che lo agglutina, lo protegge, lo cova e ne schiaccia mosto dalla pazzia
e dall'isterismo. Mirabile assunzione della carne nell'ideale: Carlo Dossi, come Barbey d'Aurevilly,
come Rops, come Péladan, come Villiers de l'Isle-Adam è un gnostico; Lussuria, per lui, sottintende
la Morte, - donde trova: il Peccato, l'Assoluzione. Ne descrisse il simbolo Flaubert nella Tentation
de Saint Antoine: "Toutes sortes de bêtes effroyables surgissent: c'est une tête de mort avec une
couronne de roses; elle domine un torse de femme d'une blancheur nacrée, et dessous le linceul une
étoile fait comme une queue. Et tout le corps ondule à la manière d'un ver gigantesque, qui se
tiendrait debout". Gorgone d'altra e modernissima fattura, non quella che ha spaventato
Sant'Epifanio, durante le sue preghiere, nel deserto: "La Gorgone somiglia ad una bella donna, i
suoi capelli biondi terminano in teste di serpente; tutto il suo aspetto è incantevole; ma se tu la