avente sottile e ignobile mercede, poca levatura di mente, nessun seguito nelle vie; non difensore
degli amici nei giudizi, non terrore ai nemici, non invidiabile ai cittadini, ma soltanto un operaio,
uno come tanti altri, sempre soggetto al potente, sempre a riverire chi sa parlare; vivrai la vita del
lepre, e sarai boccone del più forte. E se pure divenissi un Fidia o un Policleto, e facessi molte opere
stupende, larte loderebbero tutti, ma nessun uomo di senno che le vedesse, vorrebbe esser simile a
te: chè per miracoli che tu facessi, saresti tenuto sempre un artefice, un manuale, uno che vive delle
sue braccia. Ma se ti affidi a me, io primamente ti mostrerò molte opere degli antichi uomini, e i
loro fatti maravigliosi, e recitandoti i loro scritti, ti farò, per così dire, conoscere tutte le cose.
Lanima tua, che è sì nobil parte di te, io adornerò di molti e belli ornamenti: la temperanza, la
giustizia, la pietà, la mansuetudine, la modestia, la prudenza, la costanza, lamore del bello, il
desiderio dellonesto: chè questi sono i veri e incorruttibili ornamenti dellanima. Non ti sfuggirà
nulla del passato, nulla che al presente convien fare, e con me prevederai anche il futuro: insomma
tosto io tinsegnerò tutte le cose divine e le umane. E tu ora poveretto, e figliuolo dun tale, e che
consultavi non so che intorno ad unarte così ignobile, tu in breve sarai da tutti invidiato, onorato,
lodato, pregiato per il tuo valore, riguardato dai nobili e dai ricchi, rivestito di questa veste (e mi
mostrò la sua che era splendidissima), creduto degno dei primi uffizi e dei primi seggi. E se anderai
in altri paesi, non vi sarai nè sconosciuto nè oscuro, chè io ti darò tanto lustro, che chiunque ti
vedrà, scotendo il vicino e mostrando te a dito, dirà: Questi è colui. Se accaderà qualche grave caso
o agli amici o alla città tuttaquanta, in te riguarderanno tutti: e dove tu parlerai, tutti ti ascolteranno
a bocca aperta, ammirandoti, e dicendo: beato lui che parla con tanta facondia, e beato il padre che
lha generato. Si dice che alcuni di uomini diventano iddii: ebbene, tale io ti renderò: chè quando
uscirai di vita, non cesserai di startene coi savi, e converserai con gli uomini migliori. Vedi
Demostene di chi era figliuolo, e chi lo feci io divenire? Vedi Eschine, figliuolo duna sonatrice di
tamburello, quanto fu carezzato da Filippo per amor mio! E Socrate stesso, allevato dalla Scultura,
e poi, veduto il suo meglio, lasciatala, e venuto nelle braccia mie, quanto è celebrato nel mondo! Or
tu lasciando da banda tanti e tali uomini, ed opere splendide, e scritti sapienti, e nobile aspetto, e
onori, e gloria, e lodi, e primi seggi, e potenza, e uffizi, e il plauso che si dà alla facondia ed alla
prudenza, tu ti metterai indosso una vestaccia impolverata, piglierai laria dun servo, e con in mano
leve, scalpelli, martelli e raspe, starai curvo sul lavoro, prostrato proprio a terra, non solleverai mai
il capo, non avrai mai forti e liberi pensieri: attenderai a dare acconcezza ed ornamento alle tue
opere, e non baderai ad essere tu acconcio ed ornato, anzi renderai te stesso da meno dei sassi.
Dicendo ella così, io non aspettai che finisse, e decisi: lasciai quella brutta e artigiana, e me nandai
dallEloquenza tutto lieto, massime perchè mi venne a mente quel randello, e le gran picchiate del
giorno innanzi che incominciai larte. Ella così piantata, primamente sdegnossi, e battè le mani, e
arrotò i denti; poi, come Niobe, rimase immobile e si mutò in sasso. Se la cosa vi parrà strana,
credetela pure; chè i sogni fanno vedere maraviglie.
Laltra volgendosi a me, disse: Ed io ti ricompenserò di questa giustizia con la quale hai giudicato
questa lite. Vieni, monta su questo carro (e mi mostrò un carro con alati cavalli simili al Pegaso),
acciocchè tu veda quali e quante cose avresti ignorato, se non mavessi seguito. Come io montai, ella
prese le briglie e guidò: ed io levato in alto andava contemplando dallOriente sino allOccidente
città, nazioni e popoli, spargendo come Trittolemo certi semi su la terra;(28) ma non mi ricorda più
che semi eran quelli, se non che mi sovviene che gli uomini di giù rimirando mi lodavano, e
dovunque io mavvicinavo in quel volare, maccoglievano a grandonore. Poichè ella mostrò a me
tante belle cose, e me a quelli che mi lodavano, mi ricondusse in patria non più vestito di quella