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Saggio sopra la vera struttura del cervello dell'uomo e degli animali e sopra
le funzioni del sistema nervoso
Luigi Rolando
TITOLO: Saggio sopra la vera struttura del cervello
dell'uomo e degli animali e sopra le
funzioni del sistema nervoso
AUTORE: Rolando, Luigi
TRADUTTORE
CURATORE:
NOTE:
DIRITTI D'AUTORE: no
LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza
specificata al seguente indirizzo Internet:
http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/
TRATTO DA: "Saggio sopra la vera struttura del cervello
dell'uomo e degli animali e sopra le
funzioni del sistema nervoso"
di Luigi Rolando,
introduzione di Ugo Stefanutti;
collezione: Biblioteca di storia della medicina;
ristampa anastatica;
Arnaldo Forni Editore;
Bologna, 1974
CODICE ISBN: informazione non disponibile
1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 31 gennaio 2005
INDICE DI AFFIDABILITA': 1
0: affidabilità bassa
1: affidabilità media
2: affidabilità buona
3: affidabilità ottima
ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
Catia Righi, catia_righi@tin.it
REVISIONE:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
Catia Righi, catia_righi@tin.it
SAGGIO
SOPRA
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LA VERA STRUTTURA DEL CERVELLO
DELLUOMO E DEGLANIMALI
E SOPRA
LE FUNZIONI DEL SISTEMA NERVOSO
DI LUIGI ROLANDO
PUBBLICO PROFESSORE DI MEDICINA NELLA R. U.
E V. PROTOMEDICO DEL CAPO DI SASSARI.
DOTTORE COLLEGIATO NELLUNIVERSITÀ DI TORINO,
E SOCIO CORRISPONDENTE IN QUELLACCAD. DI SCIENZE;
SOCIO DELLACCADEMIA DEI FISIOCRITICI DI SIENA,
E MEMBRO ORDINARIO DELLACCAD ITALIANA
DELLE SCIENZE, LETTERE, ED ARTI.
Con figure in rame dissegnate,
ed incise dallAutore.
SASSARI 1809.
NELLA STAMPERÌA DA S. S. R M. PRIVILEGIATA
(Con Approvazione.)
A
S. S. R. M.
VITTORIO EMANUELE
RE
DI SARDEGNA
&c. &c. &c.
S. R. M.
A Voi AUGUSTISSTMO RE conveniva lofferta di questoperetta. Piccola quantunque di mole è
però sufficiente per rendermi ardito ad umiliarvela in vista di quello, che tratta ricercato sempre dai
più valenti Filosofi, esaminato per rintracciarlo dai più insigni Anatomici, e Naturalisti, e da niuno di
questi per quanto pare finora compreso.
La grandezza pertanto di quello, sopra cui la stessa aggiravasi, richiedeva un Mecenate alla
medesima somigliantissimo. E dove trovarlo fuori della R. M. V. che tanto ha a cuore le ricerche più
utili, e massimamente quelle, che possono essere profittevoli allumanità?
VOSTRA dunque sembra essere di ragione questoperetta, e perchè produzione di un vostro
Suddito fedelissimo, e perchè da V. M. scelto ad essere Professore in una delle Vostre Università, il di
cui oggetto è dinvestigare, e dinsegnare quanto può esser più proficuo, e vantaggioso per luomo.
Degnandola di uno sguardo mirerete la paziente fatica dellAutore in indagare con una serie
moltiplice, di replicate sperienze, ed osservazioni sopra infiniti animali lo scioglimento, e la causa di
que moti meccanici, che dal più nobil viscere si diffondono per ogni parte della machina animale, la
cui origine attribuir devesi a quel principio universale, che tanto illustrò il celebre Padre Beccaria una
volta Professore dellUniversità di Torino.
Accogliete con la R. V. CLEMENZA prima, e più rispettabil dote dellAnimo Vostro lAutore
insieme con la sua fatica, degnate questa, e quello dellAUGUSTA Protezione Vostra nellatto, in cui
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col più profondo, ed ossequioso rispetto ascrive a particolar onore di essere
Della R. M. V.
Umilissimo Servo, e Suddito
LUIGI ROLANDO.
PREFAZIONE.
Nientavvi di più comune, che il sentire rimproverare alla Medicina di non aver fatto que rapidi
progressi, che in questultimi tempi fecero le Scienze a giusto titolo col nome di esatte designate; se si
riflette però altro non essere questa Scienza che lapplicazione delle cognizioni, e dei fatti, che ci
forniscono le suddette, si scorgerà, che di necessità il perfezionamento di queste deve precedere i
passi di quella. Or chi non vede, che più esatta idea si avrà di certe oscurissime affezioni morbose
allora soltanto, che per mezzo dellanatomia perfettamente sarà sviluppata la struttura di organi
importantissimi, e che meglio saranno conosciute le fisiche proprietà delle parti componenti i
medesimi? E chi parimenti non scorge, che più facile, e sicuro sarà il metodo di guarirle, allorchè per
mezzo della Chimica, e delle altre Scienze naturali si avranno esatte nozioni sulle mutazioni, che tanti
corpi o sostanze medicamentose sono valevoli ad indurre ogni qual volta vengono ad agire sopra la
fibra animale?
Malgrado questi gravissimi ostacoli non oserei però negare, che dalle belle scoperte fatte da
celebri, ed insigni Indagatori delle cose naturali non si fosse potuto tirare molto miglior partito per la
pratica di quello, che siasi fatto finora, il che parmi provvenire da doppia cagione.
In primo luogo sogliono i Pratici dimostrare quasi un disprezzo, e considerare come inutili le
scoperte, ed i lavori che tendono a svolgere la struttura, ed a rischiarare le funzioni dei diversi esseri
viventi, e trascurano le numerose cognizioni, che si hanno dalla Fisica, dalla Notomia, dalla Chimica,
e dalla Storia naturale cotanto necessarie ad esercitare con fondamento la Medicina. Or che si direbbe
qualora si vedesse unOrologiajo o Machinista qualunque, il quale pretendesse correggere i difetti
dunorologio o daltra consimile machina senza volerne conoscere le molle, glordegni, e le ruote, ne il
loro uso? risum teneatis amici! In questa guisa per altro dalla maggior parte de Pratici si è finora
coltivata questArte salutare. Qual meraviglia perciò, se così lenti sono i suoi progressi, se dalle belle
sperienze sullirritabilità, sulla circolazione, sulla digestione, e sulla respirazione con tantingegno
dallAllero, dal Reaumur, dal Spallanzani, e dal Lavoisier eseguite, così poco si è modificata larte di
guarire le malattie? Per altra parte i Fisiologi intenti solo a sviluppare la struttura, ed a spiegare le
funzioni dellorganismo animale trascurano poi tutte le morbose alterazioni, che avrebbero campo di
osservare nellesercizio della Medicina pratica, non riflettendo, che portentosi, e singolari fenomeni si
offrono al Pratico osservatore, i quali non meno, che i più ingegnosi sperimenti, atti sono a spandere
vivissima luce sopra le p oscure, e complicate operazioni, che luogo hanno nei corpi viventi.
Penetrato dalla necessità, e dallutilità, che vi è di riunire larte di osservare le mutazioni, che
malefiche cause tanto frequentemente inducono nella machina umana, a quella di produrre
artificialmente neglanimali alterazioni egualmente sorprendenti, e vedendo, che dal paragone di
queste osservazioni si potevano dedurre conseguenze utilissime per la scienza, non ho più tralasciato
questa maniera di coltivare la Medicina, ed a questa ne sono debitore, se in parte ho potuto conoscere,
e svelare le ignote proprietà, e le cause, dalle quali dipende la vita,(1) se con più giustezza ho
considerato il modo dagire di diverse sostanze sopra i corpi viventi, e se sarò in grado, come promisi,
di dare una intiera spiegazione di quanto segue nella respirazione, e dei diversi fenomeni, che da
questa dipendono finora in densa caligine involti.
Sono ben lontano dal credere, che questimperfetto lavoro sia da paragonarsi alle belle, e luminose
scoperte fatte dai sullodati Personaggi; mi permetterò unicamente di riflettere, che loggetto di queste
mie occupazioni fu sempre considerato come cosa inaccessibile agli sforzi dogni umano ingegno, che
ho dovuto sviluppare lintricatissima fabrica deglorgani sopra, de quali dovevo dirigere le mie
sperienze, qual struttura dalle indagini di grandi altronde, e celebri Anatomici era stata piuttosto
oscurata; mentre che i mentovati insigni Indagatori della natura diressero i loro tentativi sopra parti, la
di cui organizzazione tante difficol poteva mai presentare, ed altronde era stata da precedenti
lavori pressoc rischiarata. Soggiungerò parimenti, che ho dato una molto maggior estensione a
questo Saggio si per la quantità danimali,(2) de quali alcuni affatto ignoti ai naturalisti, che ho
sottoposto alle mie ricerche, quanto per aver esaminato non solo il meccanismo naturale delle
funzioni di questo nobilissimo viscere, ma inoltre per aver tentato di penetrare, a quali alterazioni vadi
il medesimo soggetto, il che servi a stabilire le basi di una Patologia del sistema nervoso, di cui
siamo affatto al bujo.
Se per ora non mi estendo come bramerei nel render ragione di tutti i fenomeni, che vengono
rischiarati dalle mie sperienze, se mi limito ad indicare di volo il primario uso, a cui sono destinati i
principali organi componenti la massa cerebrale, senza internarmi nella minuta analisi di tutte le
operazioni, che da medesimi dipendono, si è che trattasi di un oggetto estremamente spinoso, che non
solo offre difficoltà gravissime, ma che inoltre non potrò trattare, se non dopo i più maturi riflessi;
chiunque poi vede, che non si può avvanzare nulla di soddisfacente relativamente alle mutazioni
morbose delle parti suddette, se prima non si è spiegato il loro naturale modo dagire; ed, essendo
glorgani in questione di tanta importanza, è facile lo scorgere che devono necessariamente succedere
considerabili cangiamenti in alcuni rami scientifici a misura, che se ne conosceranno a fondo glusi e
le propriefinora affatto ignote.
Avrei bramato di portare in questo Saggio un maggior grado di perfezione, ma per parecchie
ragioni mi vedo costretto a pregare il benigno Lettore di gradire questo così imperfetto lavoro
intrapreso collidea di concorrere allaumento delle umane cognizioni, ed al perfezionamento dellarte
che coltivo. In primo luogo per mancanza di quelle rare, e sublimi doti dingegno, senza le quali non si
sorte dallordinaria mediocrità, secondariamente per non aver que commodi, e mezzi cotanto necessarj,
affine di poter variare, e moltiplicare così delicate sperienze, che al fine propostomi erano
indispensabili, ed infine per essere moltissimo occupato nellapplicazione deglottenuti risultati da
queste sperienze, e da altre intraprese per conoscere lazione delle sostanze medicamentose alle
morbose affezioni, lusingandomi con questi mezzi di rischiarare in qualche punto le parti le più
interessanti della Medicina, cioè la Terapeutica, e la Patologia.
Felices animae, quibus haec conoscere primis.
SAGGIO
SOPRA LA VERA STRUTTURA DEL CERVELLO
DELLUOMO, E DEGLI ANIMALI
E SOPRA
LE FUNZIONI DEL SISTEMA NERVOSO.
ARTICOLO PRIMO
Introduzione, e Descrizione del Cervello delluomo, e deglanimali.
Non cesserò mai dal dire, e dal ripetere, che se esiste una classe di malattie, le quali mettono nel
più grande imbarazzo il Medico qualora pretende di spiegarne i singolari fenomeni o vuole
intraprenderne la guarigione, questo provviene dalla somma difficoltà, che si riscontra nel conoscere
perfettamente lorganizzazione e le funzioni di una machina costrutta con un artifizio altrettanto
semplice, che meraviglioso. A che dunque stupirsi se finora non è comparsa veruna appagante
spiegazione del sonno, e di tutte le affezioni soporose, se perfettamente ignoriamo, come in un tratto
manchi nei muscoli allimperio della volon soggetti la forza, per cui altre volte con tanta rapidità, e
vehemenza si contraggono, se incomprensibili ci sono le singolari mutazioni, che succedono per
diverse cause nella massa cerebrale, per cui ora in un tratto si affollono precipitosamente molte
confuse idee, e si manifesta una loquacità, una veleità, che sorprende, ora tutti i segni di stupidità,
dimbecillità, e di perfetta inazione si scorgono? Qual meraviglia dico se i mentovati, e tantaltri non
meno oscuri fenomeni giacquero finora coperti dun impenetrabil velo: mentrec or glandulare, or
inorganizzata detta fu la sostanza cerebrale, ed infine al dir di taluni questa muta polpa ellè creduta
con così oscuro e sottile artifizio organizzata, che non sarà mai dato ad umano ingegno lindovinare un
arcano in così dense tenebre involto?
In fatti chi avrà ancora tantardire davanzare il passo in questo labirinto, dopo che con tanta
naturalezza e magnificenza le più minute parti, che credettero riscontrare in questo viscere, vennero
delineate dai Santorini, daglHaller, dai Vicq dAzir, e dai Soemering, e dopo che con tutti i
pazientissimi ed immensi lavori fatti sopra questorgano dai più insigni anatomici non si è potuto
dedurre la menoma conseguenza atta a tramandar il più piccol barlume, onde rischiarare le funzioni di
alcune di queste parti, o le alterazioni morbose, a cui vanno soggette? Da queste riflessioni scoraggito
rimarrebbe chiunque, che non bene al fatto dei capricci della Natura non sapesse con che minute
attenzioni, con quantassiduità ed ingegnosi artifizj ama ella desser interrogata, ed ignorasse che dopo i
più penosi lavori al momento che si dispera di giungere a penetrare i suoi profondi segreti, quando
meno si pensa ladito vi apre a contemplare, ciò, che di più bello e prodiggioso nasconde, vi svela le
segrete molle, che fa agire nelle sue meravigliose operazioni, e largamente compensa la curiosa brama
del paziente, ed indefesso indagatore.
Or dunque sebbene per i sorprendenti lavori de citati insigni anatomici poco o nulla stata sia
sviluppata la struttura dellEncefalo, anzi di leggieri si scorga, che finora non si è se non che
esternamente e superficialmente contemplato questorgano importantissimo, descrivendone le varie
prominenze, le sinuosità da queste lasciate, senza internarsi nello svilupparne lintima composizione
forse più semplice di quello, che si sarebbe osato immaginare. Sebbene per lungo tempo nelle
rarissime dissezioni, che ho avuto occasione di far sul medesimo abbia limitato le mie mire a
proccurarmi la cognizione di quanto era stato osservato e descritto da così valenti anatomici; delle
acquistate cognizioni essendo non ostante pochissimo soddisfatto, ho creduto di poter dedurre qualche
cosa di p soddisfacente dalla variata struttura, che questo viscere offre nelle differenti classi
danimali, non meno che dalle sperienze che avrò luogo di riportare.
Allor quando mi riescì di sviluppare in parte la struttura del viscere, da cui dipendono le più nobili
funzioni delleconomia animale, era ben a mia cognizione la singolar teoria del Signor Dott. Gall
sopra il medesimo, la quale quantunque avesse sorpreso gran parte dei dotti dellEuropa non ostante
per glusi, che io fondato sulle mie sperienze assegnavo alle diverse parti della cerebral massa, vedevo
benissimo, che insussistente ed immaginaria, o per lo meno più ingegnosa che vera era la
distribuzione, che fa egli delle diverse facoltà intellettuali alle diverse porzioni di questorgano.
Grande però in me generossi la sorpresa allorchè per mezzo de pubblici fogli mi venne la confusa
notizia, che dallo stesso Autore del sistema craniologico pubblicata si era la struttura del cervello, per
cui risultava esser questo intieramente composto di tessuto cellulare: Vedendo io quanto lontano dal
vero si fosse così stravagante opinione piacquemi al sommo il sentire, che quasi subitamente era stata
confutata, da chi più di tutti per glimportanti suoi lavori su questa materia era in dritto di pronunziare,
e quantunque finora non mi sia stato permesso di soddisfare lardentissima brama, che ho concepito di
percorrere questa confutazione del Chiarissimo Professore Malacarne, son persuaso, che oltre le sode
ragioni tendenti a distrugger la superficial dottrina del Dott. Gall avrei ritrovato nuovi tratti di luce,
onde rischiarare la materia, che intraprendo a trattare.
Dopo dunque aver esposto le variate osservazioni e le molte sperienze, che ho fatto sopra il
cervello e dopo aver dedotto quelle conseguenze, che naturalmente si offrono sopra lutilità delle
diverse parti del medesimo, mi si offrirà pure largo campo a dimostrare con quanto poco fondamento
si sia dato una certa importanza alle opinioni del citato Prof. Viennese.
Descrizione del cervello
delluomo.
La ristrettezza di questopuscolo non permettendo destendermi nel dare la minuta descrizione delle
parti esterne del cervello, de suoi inviluppi, dei solchi, e circonvoluzioni, che vi si osservano, passerò
subitamente a descriverne linterna struttura.
Estratto lencefalo dalla sua scatola ossea, e situato in guisa, che la di lui base voltata al di sopra si
presenti tutta allo sguardo, oltre allorigine de nervi cerebrali, del così detto ponte di Varolio, e della
midolla oblongata si scoprono due fasci di sostanza midollare, che escono di sotto della protuberanza
anullare ossia ponte di Varolio, e portandosi avanti un poco divergendo vanno a formare i due
grandissimi emisferi del cervello.
Per acquistare subitamente unidea di quanto avvanzo basta secondo la direzione di uno di questi
fasci di fibre midollari tagliare a strati parte del lobo anteriore e del lobo di mezzo, che subito si
manifestano le fibre provvenienti dai mentovati fasci ossia dalle così dette gambe del cervello, che
direttamente si portano a formare lamasso di sostanza midollare, che si osserva neglemisferi;
Portando via il cordone midollare, che forma il nervo ottico del medesimo lato, e penetrando di fuori
in dentro con replicate sezioni, si scopre quella porzione stata designata col nome di corpi striati, che
non è altro, se non una certa quantità di sostanza cinerea frammista alle fibre provvenienti dai fasci
suddetti, come per allontanarle le une dalle altre.
Dopo aver attraversata la sostanza cinerea di codetti corpi striati le fibre di sostanza midollare
vanno a formare quella gran porzione di polpa midollare, che si osserva neglemisferi del cervello e
che è per ogni dove coperta dalla sostanza cinerea; si deve pe far attenzione, che le fibre suddette
sebbene di sostanza omogenea formate, e vicinissime le une alle altre non ostante lasciano per un
certo tratto vedere una struttura filamentosa.
Questi numerosi filamenti si vedono discendere alling quando la base del cervello è in su
rivolta, e portarsi verso la porzione posteriore, verso il corpo calloso ed anteriormente. Un fascio di
fibre midollari dalle gambe verso la parte anteriore si porta a formare il nervo olfattorio, il che con
somma facilità si vede nel cervello de quadrupedi, ma poscuramente nelluomo. Tanto le fibre, che
lungo il lobo anteriore, quanto quelle, che verso il vertice ossia la parte superiore si diriggono dopo
essersi in parte impiegate a formare quella gran porzione di sostanza midollare distinta col nome di
centro del Vieussenio concorrono alla formazione del Corpo calloso, nel quale si distinguono le fibre
dai due opposti lati provvenienti: egli è però molto difficile il dire se fibre midollari di unemisfero si
portano nellaltro, come è probabile, ma è certo, che porzione di queste combacciandosi discendono
paralelle a formare il setto lucido composto come si sa di due sottili lamine, le quali poi nuovamente
allontanandosi si espandono sulle due prominenze fatte dalla cinerea sostanza col nome di corpi striati
distinta. Quei filamenti, che concorrono a formare la parte posteriore del corpo calloso si ripiegano in
parte sotto il medesimo, e vanno a formare la volta a tre pilastri, mentre che le altre in singolar modo
rivolte compongono la parte midollare distinta col nome di colonne posteriori della volta suddetta. Le
fibre poi, che verso la parte posteriore si diriggono, sono quelle che rivolgendosi attorno ad una
porzione di sostanza cinerea servono alla formazione delle corna dammone e delle altre vicine parti.
Glemisferi adunque del cervello sono composti dalle numerose fibre, che si scorgono nelle gambe
del medesimo, le quali considerato questorgano nella sua situazione naturale si elevano ed
attraversano una porzione di sostanza cinerea subovale distinta col nome di corpi striati, e
disperdendosi in parte nella polpa midollare vanno a formare il corpo calloso, la volta a tre pilastri, il
setto lucido, dal quale poi diparte per ogni lato la sottilissima espansione, di cui coperte sono le
prominenze detti corpi striati, nel mentre che porzione di queste fibre rivolgendosi indietro formano le
due colonne posteriori della volta, le corna dammone, e la coda dei corpi canellati.
Non v ha dubbio veruno che non esistono corpi striati propriamente detti ed in questo senso si può
affermare, che i talami ottici sono nello stesso caso, e che queste prominenze sono formate
dallintreccio e dal passaggio delle fibre superiori delle gambe del cervello, da fibre, che sembrano
venire daglemisferi, ed aver delle relazioni colle prominenze bigemine, e da altre fibre, le quali
trasversalmente a queste si portano, ascendono in su, e come una membrana si espandono sulla
superficie dei talami con una direzione di dentro in fuori, e si raccolgono quindi in un cordone
rotondato, che circondando le gambe si unisce a quello del lato opposto, il che forma lincrociamento
dei nervi ottici.
Ho seguitato la commessura anteriore sino alle fibre, che concorrono alla formazione del nervo
olfatorio, e sembra formare o dar origine alla radice interna di questo nervo: questarco midollare
sarebbe egli destinato a mantenere una comunicazione tra i due nervi olfatorii? la commessura
posteriore potrebbella fare lo stesso uffizio riguardo ai talami ottici? Tanto i ventricoli anteriori, che il
terzo, quarto, e quinto risultano dalle diverse circonvoluzioni, che si fanno dalle fibre midollari, e
dalla mutua apposizione, e combacciamento delle parti destra, e sinistra di tutta la massa cerebrale,
quindi mi pare, che non servano allesercizio di tutte quelle funzioni, che si sono loro attribuite. Più
difficile rimane lo spiegare la struttura della ghiandola pineale, e delle prominenze bigemine, le quali
sono situate precisamente sopra il sito, in cui pare esistere il concorso de filamenti provvenienti tanto
dalla sostanza midollare deglemisferi, che dalle gambe del cervelletto. Sono queste formate da un
gran numero di sottilissimi filamenti di sostanza midollare e cinerea, per cui il loro colore non è co
oscuro come la cinerea sola, ne così bianco come la midollare: Dalle sperienze inferiormente
rapportate si può avere qualche lume sullutilità del concorso di tutte queste fibre. Non mi sono
trattenuto sopra la sostanza corticale o cinerea, la quale oltre al facilitare la nutrizione delle fibre
midollari allontana le medesime tra di loro: forse, affinchè possano meglio esercitare i propri
movimenti: vedremo però, che nel cervelletto ha questa una più grande importanza.
Dei Mammiferi Fig. 2. e 3.
La maggior differenza, che vi passa tra il cervello delluomo, e quello de quadrupedi si è, che nel
primo è molto piú voluminoso, che in questi, come si può rimarcare dalle tavole comparative, che si
trovano nella Fisiologia dellimmortale Allero e nel trattato di anatomia comparata dellillustre Cuvier.
Pochissima diversi allincontro si osserva riguardo alla disposizione delle fibre midollari, che
concorrono alla formazione delle medesime parti, di cui si è parlato nellesposizione del cervello
delluomo: soltanto si deve osservare, che molto minore appare il numero delle fibre suddette, essendo
limitatissima in proporzione quella polpa midollare, che viene col nome di centro del Vieussenio
designata; maggior volume allincontro hanno le prominenze bigemine, e più conspicue sono altre
parti, del che per ora difficile è il rendere ragione. Nel Delfino, in cui la massa cerebrale sta in una
proporzione al restante del corpo non molto lontana da quella delluomo, non si scorgono, che appena
sensibili diversità riguardo alla struttura ed alla disposizione delle fibre, ma tutta la massa cerebrale è
molto tenera, e principalmente le fibre midollari presentano una consistenza molto minore, che
neglaltri mammiferi Osservai infine, che le fibre che attraversano la porzione cinerea de così detti
corpi striati, sono più confuse in alcuni come nella pecora, e molto più distinte nel majale e che non
piccola differenza sosserva nel modo, con cui sono le medesime disposte nei talami ottici tanto
delluomo, che deglanimali. (Fig. 2. e 3.)
DeglUcelli Fig. 4. e 5
Per ben conoscere la struttura del cervello dei volatili estratto questo dalla cavitá ossea, in cui è
contenuto, si deve esaminare primieramente dalla parte inferiore ossia dalla base, che è quasi la parte
anteriore neglucelli, quando vien messo nella sua situazione naturale.
Esaminato adunque questorgano da questa parte si offrono aglocchi due corpi ovali, che tra di loro
si combacciano, e che sono i due emisferi, dietro questi compajono i talami ottici da ciascuno de quali
parte un grosso cordone midollare, che incontrandosi con quello del lato opposto formano la
congiunzione dei nervi ottici, dietro la quale si trova la protuberanza anullare, che in alcune specie
offre due prominenze olivari, e subito dopo ne viene il midollo oblongato.
Di sotto ai nervi ottici epperciò dal ponte di Varolio si osservano venire due produzioni midollari,
delle quali una per ogni lato come un cordoncino portandosi internamente verso la superficie, con cui
i due emisferi vengono a vicendevole contatto, sopra la medesima come un ventaglio si espande,
sicc con somma facilità si vede la sua tessitura fibrosa. Questa espansione midollare
dunemisfero, che dellaltro dalla base, dirò così, sino alla parte superiore di questi si estende, e
siccome non è attaccata alla cinerea sostanza, di cui è composto lemisfero, ma solamente si trova in
contatto, così vi rimane una soluzione di continuità, la quale una per parte potrebbe considerarsi come
analoga ai due ventricoli anteriori. Laltra produzione midollare più grossa, che dalla protuberanza
anullare trae pure la sua origine, e che passa sotto la congiunzione dei nervi ottici, si porta più o meno
avanti secondo le diverse specie, ed immergendosi nella sostanza cinerea deglemisferi produce una
specie di bulbo oblongo posto obliquamente, dal quale mi pare, che nascano i nervi olfattori. Questa
produzione midollare sebbene immersa nella cinerea sostanza deglemisferi, non ostante si tiene
piuttosto verso la base, sicchè si vede trasparire guardando da questa parte.
Tutto il restante della massa di ciascun emisfero è cinereo ed affatto omogeneo, ne si vedono
striscie midollari, dal che si comprende, perchè senza grave offesa, e considerevole alterazione si
possa esportare una gran quantità della sostanza di questemisferi. I talami ottici sono fatti da una
porzione di sostanza midollare, che parte anche di sotto la protuberanza anullare, e che rivestendo la
cavità ossia ventricolo, che nei medesimi esiste, si getta su tutta la superficie esterna, e va a formare il
nervo ottico
De Rettili Fig. 6 e 7.
Nella testuggine lEncefalo è composto di due emisferi subovali prolongantisi alla parte anteriore
in due grossi bulbi come piramidali, dai quali nasce il nervo olfattorio. Se sinnalza la parte superiore
ossia la volta di questemisferi si presenta una cavità assai longa, che sestende sino nei bulbi dei nervi
del primo pajo: in questa cavità si osserva un corpo oblongo di midollare sostanza composto, ed
obliquamente situato, il di cui peduncolo viene dalla protuberanza anullare appena sensibile in questi
animali; il suddetto peduncolo pare analogo alle gambe del cervello de quadrupedi, sebbene difficile
molto riesca losservare landamento delle fibre midollari.
Tra glemisferi ed i talami ottici vi sono due piccoli tubercoli subovati, tra di loro uniti come per
una commessura. I talami hanno molta somiglianza con quelli deglucelli.
De Pesci Fig. 8. e 9.
Varia singolarmente questorgano nei diversi pesci ora per il numero dei tubercoli, che si
osservano, ora per la diversa maniera con cui sono situati. Più semplice di tutti è questo viscere nel
pagello, che anteriormente offre due piccoli tubercoli piramidali formanti i bulbi de nervi olfattori,
due emisferi, e due grandissimi talami ottici. Dalla descrizione, che ci ha dato il Signor Cuvier
dellEncefalo di questi animali risulta, che la carpa ha un maggior numero di tubercoli, di cui non si
saprebbe indovinare luso.
Per quanto poi ho potuto osservare si vedono in tutti dei pedoncoli, che hanno origine dallappena
sensibile protuberanza anullare, e che vanno a formare glemisferi, nel cui centro si manifestano
alcune eminenze, attorno le quali si vede benissimo landamento delle fibre midollari, che investono
tutta la cavità de suddetti; poca differenza pure si osserva relativamente ai ventricoli dei talami ottici,
ed alla maniera, con cui la midollare sostanza per i medesimi si distribuisce tanto neglucelli, nei
rettili, come nei pesci.
DeglAnimali invertebrati.
In tutti questi non è più possibile di distinguere il cervello dal cervelletto eccettuando però la
sepia, ed il polpo, nei quali sembra, che vi siano porzioni separate destinate a fare le veci di questi due
organi, il che non ho potuto ancora verificare colle sperienze, che avrò occasione di portare.
Dalla descrizione del lodato Signor Cuvier del sistema nervoso del polpo risulta, che questorgano
è contenuto in una particolar cavi cartilaginea, e che è formato di due parti distinte una più vicina
allesofago colla superficie liscia, e laltra più vicina al dorso rotondata, e striata longitudinalmente. Dai
lati di questi due corpi si prolongano due porzioni di sostanza midollare in forma di lamine, che
formano colla loro riunione il collare midollare, per cui passa lesofago: Da questo nascono i nervi che
vanno ai piedi, e dalle altre parti prendono origine glottici, glacustici, quelli, che si distribuiscono ai
muscoli del sacco, ed infine quelli che sono destinati ai visceri, e che formato un ganglio o plesso
particolare, per il che si potrebbe dire, che esiste in questi un nervo, che le tien luogo dintercostale.
Non mi è stato possibile di distinguere nel cervello della sepia (Fig 10) le due parti distinte, che si
scorgono nel polpo, bensì ho osservato dal cervello partire tre filamenti, i quali concorrono a formare
un ganglio, che per mezzo di due fili nervosi communica con un altro anteriormente situato, che da i
nervi ai vari muscoli della bocca. In mezzo a questi due ganglii, ed ai due fili che ne mantengono la
comunicazione passa lesofago. Il cervello della sepia, come del calamajo non è formato di una
sostanza omogenea, ma vi si scorgono molti punti di sostanza diversa.
Uno deglanimali, in cui colla massima facilità si scopre il sistema nervoso si è la Laplysia che per
la sua somiglianza colle limaci viene detta da alcuni abitatori delle spiaggie maritime limace sorda.
Tien luogo di cervello in questo molusco un ganglio posto al di sopra dellesofago, dal quale partono
due grossi filamenti per ogni lato, che formano un grosso ganglio per ciascheduno, e questi poi si
riuniscono tra di loro per unaltro sorcolo nerveo non più piccolo deglaltri, sicchè il concorso di questi
tre gangli forma un triangolo, in mezzo del quale passa lesofago. Dal cervello ossia ganglio superiore
oltre ai nervi, che si distribuiscono alle vicine parti, due ne nascono, i quali vanno a formare un
ganglio bilobo, da cui partono pure moltissime ramificazioni per tutti i muscoli della bocca. Dai due
lobi inferiori nascono numerosi rami, che si distribuiscono ai muscoli del corpo; due però,
discendendo lungo il dorso, vanno ad unirsi assieme vicino al cuore, e formano unaltro ganglio, da cui
partono tutti i nervi, che si distribuiscono ai visceri, il che potrebbe anche rassomigliarsi ad un nervo
intercostale, di cui non abbiamo più esempio neglaltri molusci, e nelle classi inferiori.
Nelle limaci, nelle testacelle ed in altri di questi animali piccole diversità esistono relativamente al
sistema nervoso: in alcuni però non due, ma cinque o sei gangli concorrono alla formazion del
cervello, e sono disposti attorno allesofago. Egli è da rimarcare, che tanto nelle laplisie, che in molti
altri i gangli descritti sono di un color rosso assai vivo, e composti come duna sostanza granellosa.
Molto difficile si rimane il decidere dalla descrizione del Cuvier, e dalle nuove scoperte fatte dal
Prof. Mangili sul sistema nervoso deglacefali, quale sia de quattro gangli, che si trovano in questi,
quello a cui compete il nome di cervello.
Nei crustacei tien luogo di questo viscere un corpicello bilobato, dal quale partono due cordoni
assai longhi, che vanno riunirsi sotto il grande esofago di questi animali, dove formano un più grosso
ganglio situato in una particolar cavità posta fra le gambe anteriori: Da questo ganglio parte il cordone
midollare, che si estende sino allestremi della coda, interotto però da ganglii minori, da quali
nascono numerosi rami, che si portano ai vicini muscoli, per quanto ho potuto osservare nella
langosta: si osservano pepiccole diversità nel cancer mnas, nel pagurus, ed in alcuni altri.
Quasi consimile è neglinsetti il nervoso sistema, ed in tutti il ganglio primo, e secondo sono
composti di sostanza non omogenea. Fig. 11.
Sebbene attentamente siano da me stati esaminati molti vermi anelidi, fra i quali non pochi ancora
sconosciuti, e tuttaffatto singolari, non ostante è difficile di aggiungere a quanto sta scritto nelle
Lezioni dAnatomia comparata sopra i nervi di questi animali. In tutti si osserva, che un tubercoletto
tien luogo di cervello: che in tutti lesofago è cinto da un anello formato da due cordoni, che partono
dal primo per dar origine al secondo ganglio, dal quale nasce il cordone nervoso; che si estende fino
allestremi posteriore dellanimale. I ganglii sono più o meno visibili in diversi, già cominciano
scomparire nel lombrico terrestre, e nel gordio argillaceo più non si osserva, che un cordoncino tutto
unito.
I vermi intestinali rinchiudono pure animali, che sono molto diversi gluni daglaltri e se si può
credere, che due fila sottilissime, che lateralmente si portano longo il corpo dellascaride lombricale
delluomo, e si riuniscono vicino alla bocca, tengano luogo di sistema nervoso; se nellechinorinco vi si
trova qualche cosa di simile, egli è molto probabile, che più non esiste nellidatide, ed in altri
consimili.
Ma che potrassi dire deglanimali, nei quali i più abili anatomici non vi hanno potuto scorgere
vestigia di sistema nervoso, come neglechinodermi, e nei zoofiti? In alcuni dei primi col mezzo del
Galvanismo ho potuto scoprire il nervoso sistema. Egli è difficile dice il celebre Signor Cuvier lo
stabilire quali sieno glorgani destinati a riempire le veci di cervello, e di nervi nelle stelle di mare, ed
a questuopo suggerisce, che sarebbe necessario di fare delle ricerche galvaniche sopra lanimale
vivente per poter veramente stabilire la natura di certe parti ai nervi consimili. Spero di aver riempito
in parte la brama di questo grande Anatomico; Sospetta egli, che possano far le veci di nervi nelle
stelle suddette certi cordoncini di unaspetto tendinoso, i quali partono da una cintura di sostanza molle
e bianchiccia, che abbraccia tutto lesofago e due per raggio si portano sino verso lestremi del
medesimo: egli è però da notare, che da questi due fili ne parte unaltro, il quale retrocendo si porta
allo stomaco situato nel centro dellanimale: qualche cosa di analogo ha pure osservato nelle oloturie
ossia priapi di mare, e niente poi di consimile ai nervi neglechini o ricci marini.
Esaminando i cordoncini menzionati nelle stelle ora per mezzo di semplici armature, ora con un
piccol numero di dischi argento e zinco, mai ottenni contrazioni nei numerosi piedi della stella situati
a due ordini longo ciaschedun raggio, sebbene siano i medesimi di grandissima mobilità forniti, ne
punto si piegavano per questo i suoi raggi; il che mindusse a credere, che i cordoncini tendinosi non
erano destinati a far le funzioni di nervoso sistema.
Osservai in seguito, che tanto dai stimoli di differente natura, quanto dal fluido galvanico
sommamente eccitabile era il sito intermedio ai tentacoli dellanimale, ed attentamente esaminando vi
scopersi un cordoncino di color rossigno, toccando il quale colla massima facilità venivano messi in
moto non solo i numerosi piedi, ma inoltre tutte le articolazioni del raggio stesso visibilmente si
piegavano; e scopersi poco per volta, come da questi cordoncini viene circondata la bocca dello
stomaco ossia il brevissimo esofago: Esportato questo cordone da un raggio i tentacoli non erano più
soggetti a movimento veruno.
Non poco mi parve rinforzata la mia opinione dalla considerazione, che i cordoncini tendinei non
si trovano in tutte le differenti specie di stelle e che recisi tuttavia continuano a muoversi a piacere
dellanimale i numerosi suoi piedi.
Si vede facilmente nelle oloturie un cordoncino circondante lesofago dello stesso colore di quello
osservato nelle stelle, il quale poi manda diversi rami longo i muscoli longitudinali, e longo il tubo
intestinale. Un simil cordoncino neglechini abbracciando pure lesofago rinchiuso nel singolare
apparecchio dei denti dellanimale manda poi vari rami, i quali sortendo di mezzo ai muscoli dei denti
suddetti vanno à distribuirsi nella pellicola, che circonda la bocca, e probabilmente si espandono per
la superficie esterna dellanimale, mentre due altri cordoncini si portano longo il tortuoso intestino.
Nel sipuncolo il sistema nerveo viene rappresentato da un sottilissimo filo, il quale partendo da
vicino della bocca, senza che si possa scorgere se circonda lesofago a guisa di anello, o se forma
ganglio veruno, si porta sino allestremidel corpo dando sottilissime ramificazioni al singolare suo
sistema muscolare, ed ai visceri. Consimile pure è il sistema nerveo in unanimale non conosciuto dai
naturalisti per quanto io sapia, di una struttura affatto bizzarra, ed avente qualche rapporto colle
oloturie, e coi sipuncoli, e forsanco colle sanguisughe, come risulterà dalla descrizione, e dai detagli
anatomici, che darò fra poco tempo. Lindagine la più minuta niente potè scoprire, che potesse esser
considerato come fungente le veci di nervoso sistema nelle attinie, nelle meduse, ed in altri consimili,
(Cuvier 1. c. ) ne io fui più felice nel variare le ricerche, e nel moltiplicare le sperienze galvaniche, e
rimarcai soltanto, che la bocca era la parte la più sensibile ad ogni sorta di stimolo. Ma à che ricercare
organi, i quali dallesame delle funzioni, di cui godono questi animali, sarebbero perfettamente inutili,
essendo punto necessarj i nervi per lesercizio delle medesime? epperc sebbene colla massima
diligenza abbia ricercato queste parti nella grandissima medusa, che sulle spiaggie di questIsola ho
ritrovato, della quale ho dato la figura nellopuscolo sulle cause della vita, ed il di cui disco era così
largo, che appena due uomini lavrebbero potuto abbracciare, non fui stupito di non avervi riscontrato
niente di consimile al nervoso sistema, egualmente che in altre meduse, nei beroe, nelle velelle ed in
alcuni alcionj, principalmente in quello denominato bursa.
ARTICOLO SECONDO.
Sruttura del Cervelleto delluomo.
Il cervelletto coperto daglemisferi merita la più grande attenzione non essendo finora stato
esaminato sotto quel punto di vista atto a portare qualche luce sopra unoggetto così oscuro, ed
interessante.
Si possono considerare le gambe del cervelletto come aventi origine dalla protuberanza anullare,
alla di cui formazione concorrono: ciaschedun peduncolo o gamba è affatto consimile a quella
dellaltro lato, e si può paragonare in qualche modo a certe piante, il di cui fusto vien circondato da
larghe e rotonde foglie dette perciò perfoliate: or si supponga, che dalla superficie delle suddette
foglie si elevino altre espanzioni, che le circondino nella stessa guisa, che da loro si circonda il fusto,
si potrebbero queste ramificazioni midollari ad esempio delle piante bipinnate chiamare biperfoliate:
si le une, che le altre non sono più distanti tra di loro di circa due linee, e queste espanzioni poi
egualmente, che il tronco, composte di sostanza midollare sono involte di sotto e di sopra da altre due
sostanze, che sono la(3) gialliccia, che viene a contatto colla midollare, e la cinerea a quella
sovraposta: ognuno poi scorge, che se si divide in due perpendicolarmente un fusto di pianta
perfoliata, questa rappresenterà lalbero della vita, pressa poco come si ottiene dividendo per metà, e
per lungo tutto un peduncolo del cervelletto
Chiunque si metta ad esaminare la struttura di questa porzione dellEncefalo non può a meno di
non scorgervi le dupplicate pieghe di giallognola, e cinerea sostanza, che si frammettono e
sinterpongono in mezzo alle lamine di sostanza midollare provvenienti come tante ramificazioni dalle
gambe del cervelletto: ed attentamente osservando si vede come i diversi filamenti, di cui sono queste
composte si dividono in tre fascicoli, dei quali lanteriore si porta verso le prominenze dette bigemine,
e forse alla formazione di esse, unendosi avanti col fascicolo del lato opposto per una lamina
sottilissima detta valvola del cervello, in cui si vedono fili di sostanza midollare, lultimo si estende
verso il midollo oblongato, e quel di mezzo abbracciando le gambe del cervello concorre a formare
quella protuberanza anullare, detta ponte di Varolio. Il cervelletto forma sopra il midollo oblongato
come un ponte, sotto di cui si trova la cavità detta quarto ventricolo.
Nessuno meglio dellinsigne Professore Malacarne credo, che abbia conosciuto limportanza di
questo viscere, e nessuno più di lui ne ha sviluppato la struttura in tutta la sua estensione tanto
nelluomo, che neglanimali: Conobbe così bene questinsigne Anatomico, che di somma utilità
dovevano essere i suddetti foglietti, che esaminandoli in molti, e diversi soggetti ne nume324. nel
cervelletto di alcuni fatui, mentre 700. e persino 780. ne riscontrò in quello di cadaveri, in cui nessun
diffetto si poteva sospettare avanti morte. Non avendo alle mani il prezioso trattato del lodato Autore
sopra il cervelletto non posso servirmi delle sue esatte, ed ingegnose osservazioni, che mi
riescirebbero molto a proposito, saprei dire in qual maniera abbia numerati li suddetti strati: ho
però verificato questo fatto numerando per doppi fogli le piegature della giallognola, e cinerea
sostanza, che tra le lamine midollari discendono. Nel mezzo di ciascun peduncolo si osserva un filo, il
quale serpeggiando forma un circolo che credo esser stato distinto da Vicq dAzir col nome di corpo
dentato, manca questo nei quadrupedi, ed è difficile lo stabilire, a quale uso possa esser destinato.
Dei Mammiferi.
Quasi nessuna differenza essenziale presenta il cervelletto in questi, ed ho osservato che nei
ruminanti ed in alcuni altri si scorgono esteriormente più lobi, che nelluomo, ed avuto riguardo
aglemisferi il cervelletto è anche più grosso in tutti glanimali, che nelluomo come rimarca Soemering.
Fig. 3.
DeglUcelli
Le gambe del cervelletto si dividono pure in vari fascicoli, che si portano alla protuberanza
anullare, verso il cervello, e midollo oblongato, e formano un tronco, che si divide in ramificazioni o
lamine midollari molto più semplici, ed inviluppate puranche di sostanza cinerea, sicchè questorgano
un sol lobo presenta alla vista. Fig. 4.
De Rettili e, Pesci
È bene di osservare, che questo viscere neglanimali a sangue freddo è molto meno conspicuo, ed
appena visibili sono glalterni strati di sostanza midollare, e cinerea tanto ne quadrupedi ovipari, ne
serpenti, che ne pesci: Conserva pein tutti la stessa sua situazione sopra il midollo oblongato, ed i
filamenti, di cui sono composte le sue gambe egualmente si portano al cervello, ed al midollo
suddetto. Il cervelletto della testuggine tanto di mare, che di terra è formato da una fascia
semicircolare trasversalmente posta sopra il midollo oblongato, poco diverso è nei serpenti,
triangolare nelle rane, e salamandre; Nei pesci poi è di figura molto diversa, nel pagello p. e. è
subovale, come in parecchi altri, nelle razze è formato in maniera particolare, e presenta molte
leggiere circonvoluzioni. Sebbene vero cervelletto consimile a quello deglanimali vertebrati non si
osservi neglinvertebrati, nonostante manifestamente si vede nella sepia, nella laplisia, ed in altri grossi
molusci, crustacei, ed insetti, che la sostanza, di cui sono composti i gangli o tubercoli servienti di
cervello, e cervelletto, non è uniforme, ma bensì presenta dei strati, e dei punti di cinerea, e midollare
sostanza, il che sufficientemente ci dichiara, che sono essi pure forniti di unorgano a fare le stesse
veci destinato, che fa il cervelletto nei vertebrati.
Della Protuberanza anullare e Midollo oblongato
Queste parti sono le più delicate, e forse le più esenziali alla vita, sicchè appena offese succedono
forti convulsioni, e muore lanimale. La protuberanza anullare, ed il midollo oblongato sono il centro,
a cui si riferiscono tutte le diverse parti deglorgani descritti, e propabilmente i nervi tutti.
Manifestamente si scorge, che le fibre midollari, che compongono le così dette gambe del cervello, e
che formano poi tutte le altre parti sviluppate nella descrizione del medesimo, traggono la loro origine
dal centro di questa protuberanza, alla quale viene riferirsi porzione delle fibre midollari, di cui
composte sono le gambe del cervelletto(4). In qual maniera poi tutte queste fibre o fila midollari nel
centro di questa protuberanza mescolate a sostanza cinerea si uniscano è difficile il dirlo, ed è pur
difficile lo sviluppare lintreccio, che si osserva formato dalla porzione superiore de fili midollari
provvenienti, dalle gambe del cervelletto nelle prominenze bigemine.
Il midollo oblongato è manifestamente formato da fasci di fibre provvenienti da sotto la
protuberanza anullare, e da altri fasci provvenienti dalle gambe del cervelletto, che costituiscono le
pareti laterali del quarto ventricolo o calamo scrittorio. In mezzo ai corpi olivari del midollo
oblongato si osserva pure un filamento dentato, come ho espresso nella figura, manca questo
parimenti nei quadrupedi, ne saprei formare veruna congettura sopra il suo uso.
La perfetta cognizione di tutte queste parti sebbene presenti grandissime difficoltà, promette per
altro maggiori vantaggi per la spiegazione delle funzioni del sistema nervoso. Non vi è da disperare di
poter per mezzo di sottilissime ricerche, e pazienza grandissima giungere a conoscere quale sia lutilità
della sostanza nerastra, che si trova nellunione delle gambe del cervello, e quella del corpo dentato
immerso nelle gambe del cervelletto, e nello stesso midollo oblongato: Ne inutile si è losservare, che
la protuberanza anullare grandissima nelluomo è molto più piccola a proporzione nei quadrupedi, ed è
appena sensibile neglucelli, e quasi nulla nei rettili, e nei pesci. Avendo il Signor Cuvier colla sua
solita chiarezza, e precisione dato i caratteri propri della massa cerebrale di ciascuna classe
deglanimali vertebrati, e quelli per cui differiscono tra di loro, soggiungo soltanto, che nei mammiferi
vi è maggior connessione tra le diverse parti del cervelletto, che questa si diminuisce neglucelli
mancando il corpo calloso, setto lucido, e volta, minore si osserva nei rettili, e nei pesci, nei quali le
diverse parti, ed organi sono pochissimo tra di loro aderenti, e quasi isolati: Qual riflessione non deve
sembrare di poco momento al Fisiologo, che è solito dedurre luso, e le funzioni delle parti dalla
conosciuta struttura.
ARTICOLO TERZO.
Sperienze sul cervello dei Mammiferi.
La breve descrizione, che si è data di quella parte dellEncefalo, che propriamente cervello si
chiama, ci servi allintelligenza di non poche sperienze tendenti a stabilire qual sia luso di
questorgano.
Come osservammo glemisferi del cervello esistono solamente neglanimali vertebrati, e nelle classi
inferiori niente p si trova di consimile.
Collidea di osservare quali effetti inducesse una corrente di fluido galvanico diretta dal cervello
alle varie parti del corpo, ho trapanato il cranio ad un majale, quindi introdussi un conduttore
dellEletromotore del Volta neglemisferi del cervello tasteggiando ora una parte, ora laltra, nel mentre,
che laltro filo veniva applicato a varie parti del corpo. Da queste sperienze ripetute in varj quadrupedi,
e volatili altro non ottenni, che violente contrazioni, ed osservai, che queste erano molto più gagliarde,
quando il metallico conduttore penetrava nel cervelletto. Glemisferi pedel cervello nel majale erano
stati non poco lacerati dalle ripetute introduzioni della punta del coduttore, sicc i corpi striati, i
ventricoli rimasero non poco guasti: ma lanimale non ostante visse per 12. ore in uno stato di sopore,
e sarebbe vissuto di più, se non gli si fossero fatte ulteriori offese.
Da questesperienze non ho subitamente dedotto quelle conseguenze, che trassi dopo aver scoperto
essere glemisferi del cervello unammasso dl fibre destinate a produrre singolari movimenti, e dopo
aver tentato altri sperimenti sopra il cervelletto, che avrò luogo di riferire parlando di questorgano.
Un capretto molto snello, a cui ho trapanato in due siti il cranio mi diede risultati più
soddisfacenti. Introdussi uno stiletto per uno dei fori fatti col trapano, sicchè recisi quasi tutti que
filamenti di sostanza midollare, che travversano la porzione cinerea, per cui acquista questa il nome di
corpo striato, offesi pure il corpo calloso, ed il setto lucido, non ostante lanimale si manteneva in
piedi, ed andava girando attorno dal lato della parte offesa: mezzora dopo feci una consimile lesione
al sinistro emisfero, ma recisi i filamenti descritti più vicino alla loro origine, e dove conservano
ancora il nome di gambe del cervello. Sebbene vi fosse una perdita di sangue considerevole non
ostante lanimale si mantenne in piedi, e per forse due ore se ne stette immobile e diritto: si muoveva
solamente qualora con un forte urto veniva sforzato a cangiar di sito leggieri irritazioni, romori assai
forti, e la presenza del cibo non linducevano a movimento veruno: Dopo due ore circa cominciò a fare
qualche passo per appoggiarsi contro il muro, o mettersi in qualche angolo, e così passò due o tre ore
come in uno stato di sopore, o di unanimale, che dorme profondamente, verso la sera si coricò, e
dorprobabilmente tutta la notte essendo stato ritrovato la mattina nello stesso luogo: l uccisi dopo
36. ore per vedere, quali fossero le parti lese.
La stessa sperienza in unagnelletto ebbe lo stesso successo, si deve però osservare, che
quellimmobilità, quello stato di sopore facevano meno meraviglia in questo, che nel capretto, il quale
è di molto maggior agilità, e vivacità provveduto. Tentai li stessi sperimenti in due cani di mediocre
grandezza: nel primo sebbene succedesse una forte emorragia, non ostante con uno stilo tagliente
introdotto prima in uno, poi nellaltro emisfero tagliai in vari luoghi i corpi striati, e perforai le gambe
del cervello, ed i talami ottici verso la protuberanza anullare, dopo il che stette lanimale alcuni minuti
in piedi, quindi si sdrajò, e rimase come tenuto da profondissimo sonno per 10. ore, poscia,
stiracchiandosi di tanto in tanto, cesdi vivere. Laltro alla prima introduzione dello stilo, con cui si
lacerarono i corpi striati, e vicine parti, diven come apopletico, ma poi dopo altra offesa fatta ai
talami, ed alle prominenze bigemine fu sorpreso da spasmi ora tonici, ora clonici; restò qualche tempo
cataleptico, eppoi finì di vivere dopo poche ore in mezzo alle convulsioni. Curiosissimi pure furono i
fenomeni, che offrì un grosso majale, al quale con uno stromento tagliente si sono recise in gran parte
quelle fibre, le quali dai talami ottici si vedono passare ai corpi striati. Appena operato si osser, che
le gambe anteriori non venivano messe in moto come per lavanti, ma sembrava, che lanimale
cercando moverle in un senso, quasi da loro si movessero in unaltro: Poco dopo fu sorpreso da un
profondissimo sopore, per cui fortemente russando se ne stette per ore 12. continuamente in piedi, ed
appoggiato al muro; se si allontanava per poco, cercava subitamente qualche appoggio; Dopo questo
tempo, se ne stava sdrajato, e pochissimo rimaneva in piedi quando si sollevava: fu ucciso dopo 20.
ore per esaminare loffesa riferita.
Consimili sperienze sopra un grandissimo numero danimali, cioè capre, montoni, porchetti d India
furono ripetute, e variate in molte guise, collo scopo principalmente di vedere quali fossero i
fenomeni, che venivano prodotti dalla lesione delle prominenze bigemine, dei talami ottici, del corpo
calloso, della volta, e sue appendici. I risultati furono, che ogni qual volta un gran numero di fibre,
che attraversano i corpi striati, venivano recise o lacerate, ed offesi or il corpo calloso, ora la volta, ne
succedeva sempre uno stato di letargo, e di sopore, ed altre volte alcuni sintomi passeggieri di
catalepsi (?). Nei porchetti dIndia però, ed in altri piccoli animali i segni di sopore non apparivano
così pronunziati: ma ho osservato alcuni fenomeni non meno singolari.
Fatta unoffesa in unemisfero lanimale passeggiava, e correva continuamente in giro da un lato, e
facendo consimile guasto allaltremisfero si mise a girare sul lato opposto; altre volte per guasti
consimili lanimale correva senza veruna direzione, epperciò urtava in tutti i corpi, che se gli
presentavano davanti, ed in fine secondo lalterazione fatta osservai pure esser come per niente
padrone delle sue estremità posteriori, ed aggirarsi sopra queste colle anteriori come sopra dun perno.
Una quantità di sperimenti ho fatto sopra capretti, agnelli, majali, daini, cani, gatti, e porchetti
dIndia collidea di vedere, quali risultati ne nascessero dalloffesa delle prominenze bigemine, e delle
vicine parti dei talami ottici, ma ottenni raramente effetti costanti, cosa, che non farà meraviglia, se si
riflette al particolar intreccio dei numerosi midollari filamenti, che in queste parti si riscontra (vedi
fig. 2.): sicchè essendo estremamente difficile il conoscere quali fascetti di fibre si siano lacerate in
tale operazioni, e quali recisi o guasti in tal altra, non si possono dedurre chiare, e distinte
conseguenze, quando qualche dissomiglianza vi appare nei risultati. Di fatti in alcuni de suddetti più
grossi animali ho osservato, che lacerare ora le prominenze bigemine, ora porzione dei talami ottici, si
manifestavano dei fenomeni indicanti, che i muscoli dellanimale non si movevano secondo la
direzione, che appariva ne suoi movimenti, ma bensì con unincertezza irregolare non altrimenti, che
in un ubriacco: quindi ora caminavano di lato, ora innalzavano i piedi più di quel, che era necessario,
mentre che li strascinavano altra volta.
Costretto per molte ragioni a non dare in detaglio le osservazioni, che mi fornirono questi, ed altri
sperimenti, ne referirò uno soltanto più deglaltri sorprendente, che moffrirono alcuni porchetti dIndia,
i quali, guaste loro le prominenze bigemine, ed alle volte la vicina porzione dei talami, sul principio
saggiravano al solito, quindi si coricavano sopra un lato movendo continuamente le gambe, ma di più
quelle davanti come per caminare, e, se si mettevano sopra il lato opposto a quello, su cui cadevano,
si rivoltavano subitamente, e si rimettevano nella prima posizione, direi colla stessa prontezza, che si
osserva in quei fantoccini col piede di piombo, ed il corpo formato di leggerissima sostanza, i quali
ogni qual volta vengono messi capovolti, o sul piano distesi per la forza di gravi subitamente si
rizzano sulle più pesante base: Se venivano poi sostenuti da quel lato, su cui stavano coricati,
caminavano qualche poco, e quando alcuni di questi cominciavano a caminare da loro stessi dopo 10
in 15: giorni, e sembravano quasi guariti, il più piccolo urto bastava per farli cadere su questo lato, ne
mai sullaltro, se non per mezzo di uno sforzo proporzionato; alcune sperienze, in cui la ghiandola
pineale rimase offesa, ed affatto separata da suoi pedoncoli non fornirono verun dato, onde poter
congetturare sullutilità della medesima.
Sopra deglUcelli.
Per comprender bene le sperienze, che vado a rapportare sopra glucelli egli è necessario di
richiamare alla memoria, quanto si è detto sopra la struttura. del cervello di questi animali.
Trapanate le due ossa parietali ad una gallina con una specie di spatulino ho levato da tutti e due
glemisferi del cervello una gran quantità della sostanza, cinerea, di cui sono composti i medesimi;
pareva che lanimale soffrisse qualche poco da principio, ma dopo 20. minuti cominciava a passegiare,
beveva, e mangiava alcuni briccioli di pane: rimaneva però un poco stordito, e come ubbriaco, e
quando col becco voleva prendere qualche pezzettino di pane lo sbagliava facilmente, ne poteva
afferrarlo, che dopo due o tre colpi di becco. Lammazzai dopo 24. ore, ed avendo visitato il cervello,
trovai, che per due terzi la sostanza deglemisferi era stata esportata, e che si era riempito il vuoto di
sangue aggrumato: ma lespansione midollare, che si trova nella faccia interna deglemisferi, la
porzione oblonga, che si ritrova alla base erano punto state offese.
Fatte due aperture nelle ossa parietali dun gallo dun vigore, e duna ferocia straordinaria, collo
stesso metodo esporrai una quanti della sostanza, di cui sono formati glemisferi, ed inoltre collo
stesso stromento lacerai non solo la suddetta espansione midollare, ma anche quella, che occupa la
base deglemisferi. Feci questoperazione in tre volte lasciando mezzora dintervallo tra ognuna. A
misura, che maggiormente offendevo le parti suddette, sinstupidiva lanimale, e restava più fermo, e
tranquillo: si assopì infine e si coricò per terra, e vi stette qualche tempo, ed unora dopo rimase come
una statua, sicc se ne stava ritto in piedi senza punto muoversi per nessun forte romore, per la
presenza del cibo, o dellacqua, per leggieri punture, e solo quando gli veniva dato un forte urto,
come p. e. un colpo di piede, cangiava di sito, ed alle volte faceva alcuni passi. Collo stesso stromento
penetrai nei talami ottici, e vi feci tre o quattro incisioni per ognuno, il che niente altro indusse di più,
se non che glocchi rimanevano aperti, le pupille dilatate, nè si chiudevano per nessun corpo, che se gli
approssimasse. Stette lanimale in questo stato per due volte 24. ore, non prese mai cibo da se,
inghiottì per altro alcuni pezzettini di pane, che li misi in bocca, ed avendolo dopo il suddetto tempo
ucciso, osservai che i due fascetti di fibre midollari, che danno origine alle due menzionate produzioni
midollari, erano come queste recisi, ed affatto guasti. Ho ripetuto questa sperienza sopra dei polli,
sopra dei falconi, sopra delle anatre quasi sempre collo stesso successo. Le stesse lesioni fatte ad un
grosissimo corvo di una forza, e di unastuzia singolare fanno per molto al nostro proposito: Immobile
respuranche come il gallo, e sebbene si tenesse in piedi, rimase non ostante così assopito, che non
apriva glocchi, se non per fortissimo romore, ed abassava, ed inalzava il capo, o lo metteva sotto lala,
come quando soleva realmente dormire. Più non si commoveva per glesterni oggetti, andava in
collera, come era solito alla vista di un cane, o di una gallina dacqua acerrimi suoi nemici, e che
perseguitava con particolari astuzie: Dopo esser stato 28. ore in questo stato volsi farli qualche lesione
più profonda, ma avendo involontariamente toccato il sito sovraposto alla protuberanza anullare fu
preso da frequenti stranuti, ed in seguito da convulsioni, e morì in mezzora. Toccando appena le
vicine parti della protuberanza anullare in varj polli, mi riescì di riprodurre i stranuti in due, ma
sempre furono seguiti da convulsioni, e dalla morte.
Sopra i Rettili, e Pesci
Conoscevo da longo tempo le sperienze del celebre Fontana, dalle quali risultava, che levato il
cervello ad una testuggine viveva questa non osante per sei mesi mangiando, e caminando come
prima. Invano avevo io ripetuto questa sperienza, poicc recisa la massa cerebrale dietro il
cervelletto moriva lanimale subitamente non altrimenti, che quello a cui si recideva il capo.
Allor quando ebbi occasione di trattenermi con questo insigne Personaggio, che con tanto zelo, e
successo coltivò tutte le scienze naturali, non mancai di farli delle interrogazioni sulla diversa riescita
di queste sperienze: assicurommi però, che aveva costantemente ottenuti li stessi risultati vuotando
tutta la cavi del cranio. Ripetei in seguito colla massima diligenza, e con pochissima effusione di
sangue questoperazione, ma ogni qual volta il midollo oblongato veniva gravemente offeso, ne
succedeva la morte, ed al più 24. o 48. ore dopo non dava lanimale più verun segno di mobilità coi
mezzi galvanici.
Vedendo infruttuose queste sperienze procurai di variarle, ed a questo fine esportai ad una
testuggine i due soli emisferi del cervello lasciando intatte le altre parti: visse questa, e varie altre così
operate per longhissimo tempo. Dopo questesportazione diventavano questi animali per così dire più
stupidi, non perdevano la facoltà di muoversi, ma non si muovevano, che di rado, e quando venivano
fortemente irritati. In altri di questi rettili esportai i talami ottici, dal che parevano solo un poco più
stupidi: Lasciai vivere uno di questi per due mesi, e morì infine per essersi sviluppate nella cavità del
cranio delle larve della mosca carnaria, che probabilmente li distrussero il restante della massa
cerebrale.
Recisi, e levai i due emisferi in una grandissima testuggine di mare, nella quale questoperazione
presenta maggiori difficoltà per via delle grandi masse muscolari, di cui ha coperto le ossa del cranio:
rimessa dopo questo nellaqua nuotò per poco, quindi si pose sul fondo, e se ne stava tranquilla, ed
immobile per delle ore girandosi soltanto ora da un lato ora dallaltro. Quando però colla corda con cui
era legata veniva sollevata, nuotava per qualche istante lasciandosi in seguito nuovamente cadere al
fondo.
Levai ad un pesce gatto (squalus catulus L.) i due emisferi, e rimesso nellacqua fuggì colla
massima celerità, sebbene il suo ventricolo fosse penetrato dallamo, con cui era stato preso, si nascose
dietro ad un sasso, dove immobile rimaneva, se non veniva stimolato. Ho ripetuto, e variato in molte
maniere queste sperienze sulle testuggini, ed ottenni sempre risultati consimili.
Siccome neglanimali invertebrati più non si distinguono veri emisferi, così non mi è stato
possibile di fare in questi delle sperienze sotto lo stesso punto di vista delle riferite. Parlando del
cervelletto avrò luogo a portarne alcune; per ora avverto soltanto, che leggieri offese fatte alle parti,
che tengono luogo di cervello nella sepia, ai gangli della laplisia, e di altri molusci, e crustacei per
niente alteravano le loro funzioni; ma quando più gravemente si offendevano queste parti, moriva
lanimale in pochissimo tempo.
ARTICOLO QUARTO.
Sperienze fatte sopra il cervelletto dei Mammiferi
La struttura del cervelletto, limportante rilievo fatto dal dotto Prof. di Padova sopra il gran numero
delle lamine, di cui composto è questorgano, mi diedero molto a sospettare sopra il vero suo uso:
credetti, che doveva servire alla locomozione, e per confirmare questa mia opinione intrapresi sopra il
medesimo le seguenti sperienze.
Feci in alcuni majali, ed in un montone col trapano unapertura laterale al sito del cervelletto,
esportai a riprese quanto mi è stato possibile di questo viscere, ma appena la lesione si estendeva oltre
il lato trapanato, che semiparalitico restava lanimale, ed in poco tempo periva in mezzo ai spasmi
convulsivi, ed allemorragia.
Si presentano non poche difficoltà per penetrare nel cervelletto dei quadrupedi senza privarli
subitamente di vita, e lanimale, che ho trovato più conveniente per questa sperienza, è stato anche il
capretto. Per unapertura fatta col trapano penetrando con uno stile tagliente recisi in varj sensi il
cervelletto di uno di questi, dopo il che non potè più reggersi in piedi non altrimenti, che se fosse
paralitico: Visse in questo stato per 24. ore, e morì quindi convulso, ed avendolo esaminato, oltre le
riferite offese ritrovai pure una quantità di sangue agrumato sopra il quarto ventricolo, il che credo
piuttosto cagione della sua morte, e dei spasmi convulsivi. Mancherei alla brevità, che ho dovuto
prefiggermi, se volessi rapportare minutamente le sperienze, che in molte guise ho moltiplicate, e
variate sul cervelletto di moltissimi quadrupedi; mi restringo per ora a dire, che in tutti ho sempre
osservato essere la mancanza de movimenti proporzionata alla maggior, o minor offesa fatta al
medesimo: Eppercora totalmente paralitico, ora per metà, ed ora soltanto le anteriori, o posteriori
estremisenza moto rimanevano secondo, che quasi affatto od in parte distrutto veniva questorgano
di gradissima importanza in molte funzioni delleconomia animale.
DeglUcelli.
Trapanai il sito corrispondente al cervelletto ora lateralmente, ora superiormente in molti volatili,
ed il movimento nei muscoli dipendenti dalla facoltà locomotrice venne sempre a mancare in ragione
della prodotta lesione. Fatta ad un gallo unapertura superiormente al sito del cervelletto con stromento
adattato esportai pressa poco la metà destra del medesimo: subitamente rimase paralitico, e cadde
dallo stesso lato, ne poteva più in modo veruno far uso della destra gamba, e sostenersi sulla
medesima: per convincermi meglio di questo singolar fenomeno presi colla mano la gamba del lato
offeso, e sostenendola in debita guisa, se ne stava ritto, e potevo fargli fare qualche passo collaltra, ma
dopo alcuni minuti non poteva nemmeno reggersi con questa, ed infine restò paralitico da tutti e due i
lati. Lo lasciai vivere per tre giorni, nel qual tempo non volse mai prender cibo, ed appena beveva
qualche poco dacqua tenendogli il becco nella medesima immerso.
Si deve far attenzione, che per queste lesioni del cervelletto mai diventa soporoso o stupido
lanimale, tiene i suoi occhi aperti, guarda tutti gloggetti, ma in vano tenta eseguire movimento alcuno
per mezzo dei muscoli dalla facoltà locomotrice dipendenti. Non è però da negare, che scuote di tanto
in tanto le ali egualmente, che le estremità inferiori, ma sembrano questi movimenti indotti dalla sola
mobilità, di cui gode ancora la fibra muscolare, oppure hanno luogo, quando qualche pezzo di
cervelletto considerabile rimane illeso, sicchè p adempire in parte alle sue funzioni.
Quando poi tutto ad un tratto laceravo, guastavo, ed esportavo questorgano lanimale rimaneva
sempre affatto paralitico, e se leggiermente loffendevo dopo qualche ora ritornava ad acquistare la
facoltà di muoversi.
Dei Rettili, e Pesci.
Egualmente concludenti furono gli sperimenti fatti sopra glanimali a sangue freddo. Una
testuggine, alla quale venne reciso, e levato il cervelletto di sopra il midollo oblongato, restò affatto
paralitica, e visse così per dieci o dodici giorni senza aprir bocca, e fare movimento veruno. Unaltra
dopo una consimile operazione, vive da due mesi sensibilissima al solito alle menome offese, ed ai
più leggieri stimoli, ma immobile a tal segno da non potersi allontanare dal luogo, dove vien messa
per nessuna offesa, che se gli si faccia. Trattai nella stessa guisa un ramarro col medesimo successo,
ma più sorprendente si fu il vedere li stessi effetti in due agilissimi serpi (coluber natrix). Nel primo
più piccolo non avendo bene esportato lorgano, da cui dipende la locomozione, restò per due o tre ore
paralitico, ed inetto a trasportarsi da un luogo allaltro, ma acquistò in seguito la forza primiera, e se ne
fuggì. Il secondo meglio operato restò privo affatto della facoltà di muoversi, e solo di tanto in tanto si
vedeva agitato da movimenti incerti, e non diretti dallistinto, e dipendenti dalla grande mobilità della
fibra muscolare di questanimali e morì dopo cinque giorni.
Per non lasciare intatta questa decisiva sperienza nei pesci, i quali di sua natura muojono in poco
tempo tenuti fuori del loro elemento, fissai con legaccie contro una tavoletta un pagello di due libbre
di peso, e tenendolo cofermo, ed immerso nellacqua glesportai quasi tutto il cervelletto, per il che
slegato cadde in fondo del bacile come morto, sebbene vivesse in seguito.
Eseguj la stessa operazione in un pesce gatto (squalus catulus L.) con maggior facilità essendo le
ossa del suo cranio cartilaginee, e potendo esser tenuto per longo tempo fuori dellacqua: perdette la
locomozione, e rimesso nellacqua si agitava con movimenti vaghi, ed incerti, ne poteva più darsi al
nuoto.
Osservai come dissi in varj polli guarire ben presto loffesa fatta al cervelletto, e riacquistare la
pristina attitudine al moto: questo però vidi succedere in una maniera più singolare nella prima
testuggine operata, in cui avendo solamente lacerato, e diviso lorgano suddetto, restò lanimale per
molte ore paralitico, ma poi acquistò in breve una facilità al moto sorprendente, sicchè continuamente
passeggiava con una velocità quadrupla, dirò così, di quella, che aveva per lavanti. Fui curioso di
esaminarne il cervelletto solamente coperto di sangue agrumato, mi parve cicatrizzato, e di molto
ingrossato. Sarebbe forsegli possibile, che il cervelletto in questanimale acquistato avendo per mezzo
della cicatrice un più grande sviluppo potesse contribuire così allinsolita agilità, di cui godeva dopo
loperazione?
Tentativi di consimili sperimenti neglanimali invertebrati.
Estesi puranco queste osservazioni sopra glanimali invertebrati, nei quali non si saprebbe dire qual
sia la parte, che fa le veci di cervelletto, essendo lencefalo in questi composto di due o più ganglj
situati attorno allesofago.
Difficile riesce pure di esportare parte de ganglj componenti il cervello dei molusci senza portare
gravi offese allanimale. Quello che più dognaltro mi pare suscettibile di questoperazione, si è la
laplisia, in cui tre ganglj principali circondanti lesofago formano il centro, da dove partono i filamenti
nervei, che si distribuiscono per tutto il corpo. Tagliai destramente quasi la metà di questi ganglj
lasciandoli però ancora tra di loro uniti, mi parve che lanimale desse segni di grave, e subita
lesione, cosa, che si osservava quando due ganglj venivano recisi, e portati via, poic prestamente
moriva.
Sopportano più gravi offese aglorgani fungenti le veci di cervello, e cervelletto glanimali, in cui il
nervoso sistema è interotto da ganglj numerosi, quali sono glinsetti, ed i crustacei: Nessuno ignora,
che si può tagliare il capo ad una mosca, ad una locusta, ad un scarabeo, ad un cervo volante, senza
che lanimale sia affatto privo della locomozione, poichè numerosi ganglj possono far le veci di
cervelletto per le parti, che da questi ricevono ramificazioni. Osservai però, che la locomozione molto
più imperfettamente si eseguisce, e che nessuno di questi sopravvive alle 24. o 48. ore dopo la
decapitazione, ed infine restano privi dogni movimento, se con qualche violenza si strappa il capo dal
busto in guisa, che quasi tutto il cordone nerveo venga pure stirachiato, ed offeso; lincontrario
accadendo qualora vien reciso in maniera, che il ganglio sotto lesofago situato rimanga sano, ed
illeso.
Da questo parmi doversi conchiudere, che glorgani, da cui il sentimento egualmente, che il moto
dipendono, sono tra di loro talmente confusi, ed uniti neglinvertebrati, che impossibile pare il poterli
separare, cosa che mi riserbo a maggiormente dilucidare in luogo più acconcio, dimostrando, che co
limitate sono le funzioni del sentimento in questi animali, che quasi non evvi bisogno di unorgano
distinto per esser messe in esercizio.
ARTICOLO QUINTO.
Delle funzioni della massa Cerebrale.
Modo dagire delle fibre deglemisferi, analogia, che dimostra esser il cervelletto un vero eletromotore.
Quando senza perfettamente analizzare i varj fenomeni, che ci offre il sistema nervoso in attività,
e massimamente la massa cerebrale, si cerca di spiegarne le funzioni, pare assolutamente necessario
di ammettere lesistenza dun fluido, da cui dipender debba il senso, ed il moto.
Ma dove si separa questo fluido, e dove si conserva? forse nel cervello? ma in qual parte di questo
chiamano i Fisiologi? La secrezione del fluido nerveo fatta da questo viscere finora non è stata
dimostrata, anzi fu combattuta con così forti argomenti, che appena Fisiologo alcuno osa vagamente
parlarne.
La luminosa scoperta del fluido galvanico, e le bellissime sperienze dal Galvani, e dallAldini
pubblicate ci lusingarono per qualche momento di poter dare unadeguata spiegazione delle funzioni di
questo sistema, ma in breve svanirono le concepite speranze; e le molte sperienze fatte da tantaltri
illustri Fisici, e massimamente dal Volta quasi dimostrarono, che il fluido galvanico altro influsso non
aveva nellanimale economia, se non quello, che possiede unattivissimo stimolante. Di fatti come
ammettere la pila animale dallAldini tanto ingegnosamente immaginata? E dove sarà questorgano,
che capace veramente sarebbe di produrre tutti gli effetti, che si cercano di spiegare? non pare
certamente, che questo risieder possa verso la cute, come con Geofroy inclina a credere il lodato Prof.
(Essai sur le Galvanisme vol. 2. p. 86.) poichè tutto concorre a dimostrare, che se evvi emanazione di
qualche fluido, deve questo dallencefalo aver la sua origine.
Moltissime furono le ipotesi ne scorsi tempi immaginate per spiegare lazione de nervi, delle quali
alcune sono così assurde, che appena meritano di esser menzionate: subito però conosciuta lattività
del fluido eletrico i Fisiologi lo credettero esser quello, da cui prodotte venivano tutte le sensazioni, e
tutti i movimenti, poic con nessunaltro agente conosciuto permesso era di spiegare i suddetti
fenomeni, e di render ragione sopra tutto della celerità sorprendente, con cui si eseguivano.
Penetrato dalla grande analogia, che vi passa tra i fenomeni galvanici, e quelli che naturalmente si
osservano neglanimali viventi, credetti doversi questi produrre con qualche particolar mecanismo, il
quale però altrove non doveva cercarsi, se non nellencefalo, di dove hanno i movimenti la loro
origine, ed a cui tutte si riferiscono le sensazioni, il che mindusse a sottoporre ad una rigorosa analisi
le varie parti componenti questorgano, la di cui fabrica venne creduta cooscura, che molti fra ì più
valenti Anatomici, e Fisiologi si persuasero non esser concesso ad occhio umano il penetrarne
lintricata organizzazione, e doversi deporre ogni speme di poter giungere alla cognizione dunarcano,
che di gran lunga supera le forze del debole intelletto umano.
Per niente poi soddisfatto dellipotesi di un fluido per spiegare le diverse operazioni cerebrali,
maggiormente mi confirmai nellidea di dover ammettere necessariamente un particolar meccanismo
atto a produrre queste funzioni dellencefalo, per quanto sono dallorganizzazione dirette e modificate.
Colla lusinga di strappare così profondo segreto mi diedi ad investigare la recondita natura di
questorgano per mezzo delle riferite sperienze, e di minute indagini anatomiche sopra glanimali, che
presentano una struttura la più dissimile da quella, che si osserva nei più perfetti, e molto sperando nel
paragonare i diversi organi, che li stessi effetti producono in tanti differenti esseri viventi, non
tralasciando quelli, ne quali nessun nervoso sistema si era finora scoperto, quelli, ne quali avvi
motivo di credere, che niente di consimile vi esista, cominciai a concepire qualche idea deglorgani
destinati principalmente alle cerebrali funzioni, che possono esistere in corpi viventi mentre lese, ed
affatto distrutte si osservano quelle della locomozione, ed allincontro perturbate possono essere le
prime, mantenendosi nel loro pieno vigore le seconde.
Se consideriamo la struttura del cervello, come da noi venne brevemente sviluppata, non possiamo
a meno di riconoscere nei numerosi fascicoli fibrosi organi molto consimili a quelli composti di fibra
muscolare: epperc la loro maniera di agire non deve esser molto differente, e come vedremo sono
alle stesse leggi della mobilità soggetti.
Il Darwin condotto solamente da un attenta osservazione delle operazioni dellencefalo credette,
che tutte erano dovute a movimenti della fibra midollare del cervello non dissimili da quelli della
fibra muscolare, ma non potè con questo conoscere quali siano le parti di questo viscere, che destinate
sono allesercizio di queste funzioni, nè conoscer per conseguenza luso di altre, dalle quali dipendono i
fenomeni della locomozione, infine po dare sufficiente spiegazione deglaltri movimenti, che
luogo hanno nella machina animale, fu quindi costretto ad ammettere di que principi, di cui non se ne
può aver idea veruna, e ricorrere in conseguenza a nomi vuoti, e senza deciso significato, quale si è
quello del suo spirito danimazione. Potrei assicurare, che lopera del Darwin fu ben lontana
dalleccitare in me lidea di questa maniera dagire dellorgano cerebrale, poic, quando la scorsi forse
troppo frettolosamente, non mi fece quellimpressione, che mi fece in seguito allaver io scoperto, se mi
è permesso di dire, la vera struttura di questo viscere, e dopo che per mezzo delle riferite sperienze
credetti, che per via di movimenti si eseguissero le funzioni suddette daglemisferi, assegnando altruso
al cervelletto ed alle altre parti.
Oserei poi anche dire, che questa giustissima idea del modo, con cui si eseguiscono le più nobili
funzioni animali, non fece molto maggior impressione in altri, poichè dal tempo che questopera è
conosciuta, pochi scrittori ne fecero quelluso, che merita veramente. Non vha dubbio, che la cagione,
per cui le vedute filosofiche di questo profondo pensatore non produssero quelleffetto, che si doveva
aspettare, sono le molte imperfezioni, che lo stesso Traduttore Italiano ha rimarcate, come pure la
maniera complicata, con cui lautore ha presentato unoggetto forse molto più semplice, ed infine, se
non sbaglio, la poco felice applicazione de suoi principi alle malattie impedirono linnovazione, che si
era in dritto di aspettare.
La rigorosa analisi de fenomeni, la dimostrata struttura deglemisferi del cervello, e le citate
sperienze comprovano certamente, che le operazioni cerebrali sono veri movimenti delle fibre del
cervello; e se le ricerche, che dopo tanti secoli si stanno facendo per conoscere la struttura della massa
cerebrale, furono infruttuose per la Fisiologia, e per la Patologia, questo deve attribuirsi allavere
glanatomici gluni dopo glaltri creduto di veder parti, che per se stesse non esistevano, e dallaverle
descritte come perfettamente isolate tra di loro. Tale è lidea, che ci danno del corpo calloso, della
volta a tre colonne, de corpi striati, de talami ottici ec.
Oserei lunsingarmi, che laspetto sotto il quale presentai la struttura deglemisferi è molto più
favorevole per spiegare le funzioni de medesimi, ed è molto più analogo a quanto si osserva sulla
composizione di tantaltre parti della machina animale. Il considerare perciò glemisferi del cervello,
come unammasso di fibre, le quali raccolte, ed unite assieme nelle loro gambe o fascicoli si
espandono in seguito, e si estendono a formare le mentovate parti, ci fornisce le più grande analogia
per stabilire, che le medesime non altrimenti, che tantaltre sebbene più grossolane, devono godere
duna squisitissima mobilità, dalla quale estinta, diminuita od accresciuta si possono spiegare i diversi
stati morbosi, la di cui sede si è sempre creduta nella massa cerebrale, senza però osar immaginare
qual alterazione soffrisse la medesima, essendo stati in ogni tempo sforzati i Fisiologi, ed i Patologi a
confessare una profonda ignoranza a questo riguardo.
Or dunque non è egli vero, che se dai lacerati, guasti, e distrutti emisferi ne succede il sopore,
limbecillità, lo stupore, ogni qual volta un consimile stato si osserva per via di causa morbosa, come
nellapoplessia, e nel letargo, si deve assolutamente supporre, che più o meno profondamente è lesa
lenergia delle fibre descritte deglemisferi, non altrimenti che, quando per qualunque causa è distrutta
lattitudine al moto di un muscolo, diventa questi paralitico? Allincontro, se per cause opposte
lenergia, e lattività delle cerebrali fibre veraccresciuta, aumentate pure saranno tutte le operazioni,
che prodotte o modificate sono daglorgani cerebrali come si osserva nelle diverse specie di mania.
Ma quale sarà lutilità di quelle pieghe, di quelle circonvoluzioni, da cui formati sono il corpo
calloso, il setto lucido, la volta, e le altre parti nella produzione di queste operazioni? Fa duopo
confessare, che è difficile il pronunziare sullimmediata utilità di queste configurazioni, che assumono
le fibre emisferiche; non ostante; se si considerano queste nelle diverse classi danimali, subitamente si
travvede qualesser possa il loro uso riflettendo, che la massima estenzione hanno nelluomo, che più
ristrette, e limitate compajono nei quadrupedi, che molto p semplici sono neglucelli, e nei rettili, che
poi affatto si perdono nelle classi inferiori.
Questa successiva gradazione di forme, che offre questo viscere cominciando dallesser vivente il
più semplice sino al p perfetto, è il soggetto dunabozzo di tutte le operazioni, e movimenti
deglanimali, i quali tutti corrispondono aglorgani, che sono impiegati: questo lavoro sebbene da me
presentato allillustre Accademia Italiana per i sommi ostacoli, che si possono ad ogni passo incontrare
non verrà pubblicato, se prima non avrò ottenuto l approvazione di persone, la cui opinione è del più
grave peso in questa difficilissima, non meno che oscura materia.
Dalle rapportate sperienze risulta poi, che offeso, distrutto od esportato il cervelletto in tutti i
vertebrati viene a mancare nella stessa proporzione la facoltà locomotrice. Ma in qual modo il
cervelletto potrà esser lorgano dei movimenti, che nei muscoli si eccitano, sicchè dalloffesa di questo
mancanti, ed incerti si rendano i medesimi, e cessino se viene affatto tolto, ed esportato? Qual è il
meccanismo di questo viscere, per cui possa produrre consimili effetti, e quale può esser lutilità della
lamellata struttura, che presenta in tutti glanimali?
Anzioso Galvani di spiegare i curiosi fenomeni, che colle sue sperienze aveva ottenuto
neglanimali, mosso dallanalogia, che vi scorgeva tra questi, e quelli, che hanno luogo nellanimal
vivente, persuaso che da uno stesso principio dovessero si gluni, che glaltri dipendere, non potè a
meno di non fare una grande attenzione ad uno di que fatti, che aveva il più grande rapporto colle sue
sperienze, e che in ogni tempo aveva eccitato la sorpresa neglosservatori delle cose naturali. La
torpedine era quella, da cui sperava di ottenere la più gran luce per dissipare i suoi dubbi, la quale
sebbene da naturalisti del p gran merito esaminata, non lo era stata però sotto questaspetto.
Trasportatosi a questoggetto sulle sponde dellAdriatico sottopose questo pesce alle p minute
indagini anatomiche, ed a numerose sperienze, per cui si credette autorizzato a poterlo paragonare alla
bottiglia di Leida per spiegarne i fenomeni, non conoscendosi in allora machina o stromento, a cui
meglio si potesse assomigliare. Condotto intanto lAldini dalle eleganti dissezioni anatomiche dell
Hunter sopra il Ginnoto, e da quelle di Geofroy sopra il Siluro eletrico fece vedere, che ad altro non
potevano paragonarsi glorgani eletrici di questi pesci, se non alla colonna del Volta, il quale, sebbene
non guidato dalle osservazioni anatomiche, seppe con una forza dinvenzione forse superiore
immaginare unapparecchio, di cui la natura stessa in importanti operazioni si serve.
Tralascio le sperienze fatte dal Valch, dallHunter, dal Spallanzani, da Geofroy, e dal Galvani
sopra questi animali, e solo osserverò, che su queste fondato non potè a meno il Prof Aldini di non
ammettere lipotesi di una colonna animale, la quale cagione fosse di tutti i movimenti della fibra
muscolare, e questa non solo credette concessa ad alcuni pesci ma affermò pure, che bisognerà un
giorno riconoscerla in tutto il regno animale.
Ma feci losservazione, che se i fenomeni della locomozione sono leffetto dun particolar
meccanismo, questo non altrove, che nellencefalo andava ricercato, persuadendolo lesame dei
fenomeni suddetti, e le riferite sperienze; quindi fisso io più che mai nella ricerca dunapparecchio
consimile allelettromotore od al torpedinale non ho potuto a meno di non scorgerne uno affatto
consimile nel cervelletto.
Avevo primieramente dubitato, che i corpi striati a questuso servissero, ma un più attento esame
sulla struttura deglemisferi del cervello, e la somiglianza di alcuni apparecchi torpedinali da me
immaginati col cervelletto degluccelli mi convinsero, che questa parte dellencefalo non era stata
finora considerata, come si meritava, e mi persuasi, che altro non era, se non che un vero
elettromotore, in cui si prepara il fluido nerveo consimile allelettrico, ed al Galvanico, il quale poi
condotto per i vari nervi andava a stimolare i muscoli inservienti alla locomozione.
Se dunque unapparecchio composto di diverse sostanze non metalliche, quali sono il carbone, lo
schisto, la carne muscolare, e la sostanza cerebrale, se dunque lorgano elettrico torpedinale, e quello
del Siluro, e del Ginnoto fatti di sostanza albumino-gelationoso-cartilaginea, e simili attissimi sono a
preparare, ed a sviluppare una quantità grandissima di fluido elettrico sufficiente per dare grandissime
scosse, perchè non potrà separarsi un principio consimile, quale si è il nerveo fluido dalle numerose
lamine di sostanza midollare, giallognola, e cinerea del cervelletto? Qual maggior evvidenza potrassi
desiderare per stabilire, che il cervelletto è unorgano, la cui struttura è affatto consimile a quella
dellapparecchio del Volta? Qual maggior prova per dimostrare, che dal suddetto viscere si separa un
fluido analogo a quello, che dallo stromento citato si sviluppa? Qual più retta conseguenza, se
esportato guasto o distrutto il cervelletto cessa ogni influsso del fluido nerveo nei muscoli destinati
alla locomozione? Dirò infine, se da tanto tempo da tutti ammessa, e riconosciuta fu la più grande
analogia, e somiglianza tra il fluido nerveo, e lelettrico: se non ostante avanti linvenzione della
colonna elettrica del Volta non fu possibile il penetrare, da quai organi si separasse questo attivissimo
fluido, stanteche troppa dissomiglianza vi passava tra le communi, ed antiche machine elettriche, e
glorgani, nei quali si supponeva farsi la secrezione del medesimo; or che tantapparati elettromotori di
diverse sostanze composti si sono inventati, o trovati belli e formati dalla stessa natura, come sarà
possibile il non riconoscere nel cervelletto un meccanismo ai citati affatto analogo?
Se offeso, distrutto od affatto esportato il cervelletto tanto ne quadrupedi, neglucelli, che nei rettili
ne segue una paralisi ossia la mancanza di movimento nelle fibre muscolari dipendenti dalla facoltà
locomotrice, dirassi forse, che ogni qualvolta per cause morbose simili fenomeni succedono nella
machina animale dipender devono da qualche vizio del cervelletto? Egli è necessario di osservare, che
per varie cause p mancare linflusso del fluido nerveo od eccitatore nei muscoli inservienti alla
locomozione, e che perciò sanissimo, ed illeso affatto può esser lorgano secretore di questo fluido,
sebbene per diffetto o vizio in altre parti esistenti non possa giungere ad irritare, e metter in
contrazione le fibre muscolari. É cosa notissima, che da una compressione o vizio qualunque fatto o
prodotto nel decorso di un nervo vien impedito il libero passaggio del fluido separato
nellelettromotore cerebrale ossia nel cervelletto, epperciò non viene più irritato, ed indotto in
contrazione il muscolo, al quale si distribuisce il nervo viziato. Parmi però che nessuno abbia insistito
sulla necessità, che vi è di ammettere un particolar meccanismo, col di cui mezzo a debito tempo il
fluido nellelettromotore cerebrale preparato si trasmetta allestremi centrale del nervo, che
conduttore si può dire, longo il quale deve percorrere affine di giungere ad irritare i muscoli, che si
devono mettere in moto. Or chi non vede che stante i fenomeni, che si osservano è impossibile, che
non esistano organi a riempire queste funzioni destinati? Ma in qual parte della massa cerebrale si
troveranno questi ordegni o molle, dalle quali dipenderanno principalmente tutti i fenomeni delle
locomozione?
Sebbene stante le rarissime dissezioni, che ho avuto occasione di fare sopra il cervello umano non
mi sia stato permesso di penetrare in questo labirinto, e svolgere il meraviglioso intreccio delle parti,
in cui il meccanismo ricercato deve avere la sua sede, non ostante credo poter conchiudere dalle fatte
sperienze, che questo deve esistere principalmente nel midollo oblongato.
Toccando o lacerando qualunque parte deglemisferi, o del cervelletto non si osserverà mai altro,
che gleffetti sopra designati (articolo 3. e 4.); ma qualora le parti vicinissime al midollo oblongato, e
molto p se questo profondamente sirriti, si manifesteranno subitamente dei movimenti in tutti i
muscoli più o meno forti, e gagliardi secondo la prodotta lesione. Sembra adunque, che il
meccanismo, per cui si determina il passaggio del fluido nerveo dal cervelletto al nervo, ossia per cui
lestremi centrale di quel conduttore viene in comunicazione mediata, od immediata col viscere
elettromotore, deve trovarsi nellintricatissima porzione dellencefalo, che appena irritata da origine ai
movimenti convulsivi. Necessaria deduzione mi sembra poi il dire, che ogni qualvolta la perdita del
moto si manifesta in uno o più organi inservienti alla locomozione, senza che sospettar si possa
diffetto nel cervelletto o nel decorso dei nervei conduttori, lo stato morboso deve assolutamente
dipendere da vizio esistente nel midollo oblongato, come per esempio da atonìa o da alterazione di
altra natura sommamente difficile ad indovinarsi.
Per la stessa ragione le moltiplici forme, che assumono le affezioni spasmodiche, quali sono
lepilepsia, il tetano, e le diverse specie di convulsioni dipender devono da qualche irritazione, od
alterazione prodotta in queste intrecciate fila, che si scoprono nel midollo oblongato, per il che le
comunicazioni dei nervi col cervelletto succederanno con maggior frequenza.
Dunque neglemisferi del cervello ha la sua principal sede la causa prossima del sonno,
dellimbecillità, del sopore, dellapoplessia, della melancolia, e della mania non meno, che le
operazioni, che alterate danno origine alle suddette morbose affezioni. Da vizio poi del cervelletto, del
midollo oblongato, o di qualche nervo dipenderanno le diverse specie di paralisi, mentre che la causa
dellepilepsia, e di tutte le affezioni spasmodiche nascerà sempre da un irritazione fatta o trasportata
allorigine di tutti i nervi, cioè al midollo oblongato o parti circonvicine.
ARTICOLO SESTO.
Dellazione de nervi.
Spiegazione delle proprietà, di cui godono di trasportare le ricevute impressioni dalle estremi
periferiche al centro ossia comune sensorio, e di trasmettere il fluido eccitatore ad irritare, e metter in
moto le fibre muscolari; modo dagire del nervo intercostale, e de suoi ganglj.
Avendo invano tentato i Fisiologi di spiegare le funzioni dei nervi per mezzo dei fluidi elettrico, e
galvanico, ne potendo dar ragione dei due diversi modi, che esistono di trasmissione nervosa,
supposto avevano alcuni lesistenza di nervi destinati al moto, mentre altri servir dovevano a
trasmettere le sole sensazioni: ma siccome lanatomia non confir questa divisione, quindi non si
credette questipotesi atta a render ragione delle diverse, e contrarie trasmissioni nervose non mai
abbastanza considerate.
Tanto dalle citate sperienze, quanto dalla struttura della massa cerebrale convinto, che organi
diversi erano destinati per metter in movimento i muscoli, e per produrre le sensazioni, e che era
possibile distruggere una di queste facoltà intatta lasciando laltra, dovetti conchiudere, che tanto le
sensazioni ricevute dalle estremi periferiche dei nervi, quanto quelle prodotte neglemisferi del
cervello non venivano trasmesse per via dun fluido, ma ben dun movimento, che con facilità si
eccita nella fibra midollare: e che perciò le sensazioni indotte daglesterni oggetti sulle estremi
periferiche dei nervi per mezzo della mobilità, di cui gode la fibra nervea, vengono propagate sino
allorigine centrale dei nervi stessi, non altrimenti che si trasmette un movimento da qualunque
sostanza di mobilità fornita; e che poi viceversa i nervi stessi comunicanti col cervelletto per la facoltà
conduttrice, di cui gode la nervea polpa, possono trasmettere in contrario senso il fluido, che nel
medesimo si separa, affinchè vadi ad irritare i muscoli, per i quali si distribuiscono i nervei conduttori.
Dedussi poi da questo, che i fenomeni del senso devono esser distinti da quelli del moto, come lo
sono in certe circostanze morbose, in cui paralitico essendo uno o più membri conservano tutta la sua
sensibilità, oppure perduta questa godono del moto, il che più raramente si osserva(5). Questo doppio
modo di trasmissione nervosa dimostrato colle sperienze viene anche comprovato dallosservazione
pratica, nuova prova dellutilità, che si ricava del riunire larte di sperimentare su i viventi animali a
quella di osservare i fenomeni, che ci offrono le malattie, le quali con questo mezzo possono ricevere
il p grande rischiaramento, ed una facile spiegazione. Appoggiano questa distinzione le belle
sperienze dellArnemann, dalle quali risulta, che un nervo tagliato nuovamente riunendosi riacquista
ben dopo qualche tempo la facoltà di trasmettere il fluido eccitatore della fibra muscolare, ma non
quella di tramandare le ricevute sensazioni. Avendo più volte ripetuto questo, e consimili altri
sperimenti ho avuto luogo di verificare, che per lo più ricuperava il nervo lattitudine a trasmettere il
fluido motore, mentre in nessuna maniera tramandar poteva le avute sensazioni: ma osservai pure
altre volte, che inetto rimanendo il nervo reciso al passaggio del principio, che induce la contrazione
nella fibra muscolare, riacquistava la proprie di trasportare al comune sensorio le ricevute
impressioni.
Egli è più facile, che il nervo tagliato, e riunito ricuperi la facoltà di servire come semplice
conduttore, esigendosi una men perfetta organizzazione a questuopo, mentre può esser indispensabile
lintegrità della medesima per la trasmissione delle sensazioni. Allincontro perderà il nervo la sola
attitudine a condurre il fluido motore della fibra, ossia nerveo, deponendosi nella cicatrice qualche
sostanza coibente, come sarebbe pinguedine od altro umor consimile.
Ammettendo adunque queste due diverse proprietà, di cui può godere contemporaneamente il
nervo facili restano a spiegare tutti i movimenti dipendenti dalla facol locomotrice, altro non
essendovi da suporre, se non che, ogni qual volta si deve metter in contrazione un muscolo, si accosti
lorigine, ossia lestremi centrale de suoi fili nervei ad un dato sito dellorgano elettromotore, e si
produca così la contrazione, come negli sperimenti sopra glanimali.
Questa è la maniera, con cui si eccitano al moto i muscoli inservienti alla locomozione: ma lo
stesso non è di molti altri, come sarebbero il cuore, il tubo intestinale ec., i quali sebbene ricevano
nervi numerosi, questi pe pajono solamente destinati a tramandare le sensazioni, essendo stato
frapposto un particolare meccanismo, con cui sottrarre dallinflusso del fluido nerveo questi visceri,
che necessariamente ne devono esser indipendenti, e solo da stimoli, che si applicano alla loro
superficie irritati. Ognuno comprende, che intendo parlare de ganglj, dai quali traggono origine tutti i
filamenti componenti il nervo intercostale.
Questo nervo o per meglio dire questo intreccio di nervei filamenti si è reso celebre per le
grandissime dispute, che si elevarono riguardo alla sua origine, alle sue funzioni, ed allutilità de
numerosi ganglj, dai quali di tanto intanto viene interotto.
Per quanto io sappia il Celebre Fontana si fu il primo a dimostrare, che non trae la sua origine il
nervo intercostale dal quinto, e sesto paja, ma che lasciando loro qualche ramificazione si porta sopra
la carotide interna, ed abbracciandola con fili numerosi lacompagna molto al di la della sua entrata
nella cavità del cranio.
Approfittando di questa verità negò Bichat lesistenza di un vero nervo intercostale, e considei
numerosi ganglj, come altrettanti piccoli cervelli dotati di particolari attributi, dai quali partono i
numerosi filamenti, che ai varj organi si distribuiscono o con tantaltri nervi comunicano. Da queste
doti singolari, delle quali rivestì i ganglj dedusse poi la sua divisione dei due sistemi nervosi, e delle
due vite organica, ed animale, la quale sebbene con grandissimo applauso ricevuta, e senza riflessione
adottata da Fisiologi del più gran merito, non è però adattabile a tutte le classi danimali, poichè ve ne
sono di quelli, che decisamente godono dellesercizio delle facol da lui dette animali, e delle
organiche, sebbene siano forniti di un solo nervoso sistema, come sono tutti i crustacei, glinsetti, e
quelli delle classi inferiori. Credo potersi assicurare, che niente di meglio finora è stato pubblicato, di
quanto sopra la struttura, e luso de ganglj venne detto dal Celebre Scarpa, mi sembra però, che dalla
conosciuta azione deglaltri nervi si potranno spiegare i singolari fenomeni di questimportante
porzione del nervoso sistema.
Non vha dubbio, che il così detto nervo intercostale trae la sua origine dai nervi spinali, e che i
ganglj, da cui è interotto, oltre al servire a mantenere una comunicazione o consenso fra i diversi
visceri, devono avere delle particolari utilità. Osserviamo, che tutti i nervi, che ai muscoli si
distribuiscono dallo spinale midollo, godono di una doppia trasmissione nervosa nel mentre, che i
visceri che particolarmente ricevono nervi dai veri ganglj dellintercostale, sono per niente dal fluido
nel cervelletto separato irritati, sebbene attissimi siano a trasmettere, e ricevere le varie sensazioni. Di
fatti leso lorgano, da cui si separa il fluido nerveo, che quindi per i nervei conduttori si porta a metter i
muscoli in contrazione per niente sono disturbate le funzioni dei visceri, che dallintercostale
ramificazioni ricevono, facile riesce dunque il conchiudere, che il fluido nerveo non viene dal nervo
suddetto ai diversi organi trasportato.
Alcuni Fisiologi già avanzarono, che lutilità de ganglj si era di sotrarre allimperioso pungolo della
volontà i visceri tanto necessarj al mantenimento della vita, ma poi non poterono spiegare in qual
modo, e con qual meccanismo venisse ciò eseguito dai ganglj menzionati, il che più facile a noi si è
reso dopo laver così bene distinte le cause, da cui il senso, ed il moto dipendono. Pare adunque, che
facilissima cosa sarà limpedire attraverso i nervei conduttori il passaggio del fluido nerveo, se si
ammette in ciaschedun ganglio lesistenza di una sostanza coibente: nel mentre, che questa per niente
impedirà la trasmissione del movimento nelle nervee fibre eccitato.
Non contento però del solo raziocinio tentai di confermare questopinione colle sperienze, al
qualeffetto avendo separato il ganglio semilunare dal tessuto cellulare, da cui è involto, me ne sono
servito per far parte dun arco eccitatore, del quale unestremo toccava il nervo crurale dunanatra,
mentre laltro veniva appoggiato ai muscoli della coscia forniti delle solite armature, ed ho osservato
che minore contrazione succedeva, quando il ganglio faceva parte dellarco eccitatore, e che
movimenti vivissimi si manifestavano servendosi in sua vece di un pezzo di nervo, o di sostanza
midollare di un quadrupede. Mi propongo però di ripetere questa sperienza non essendomi sempre
nello stesso modo riescita.
Ecco propabilmente la ragione, per cui dal fluido galvanico stesso meno eccitabili sono glorgani
muscolari delluomo allimperio della volontà non soggetti, e si comprende pure da questo, perchè il
ventricolo, il quale riceve i suoi rami nervosi quasi intieramente dallottavo pajo, sia ben spesso ai
sforzi volontari obbediente.
Mi lusingo, che se avessi potuto sottoporre a replicate ricerche anatomiche un certo numero di
cervelli umani avrei puranche acquistato maggiori nozioni sullesatta distribuzione di quelle fibre, che
partendo dai peduncoli deglemisferi si espandono per le designate parti, alla cui formazione
concorrono. Mi baste per ora di aver aperta la strada ad una nuova maniera, con cui si deve
procedere nellesaminare, e svolgere la struttura di questo viscere, che si è creduta finora da tutti
impenetrabile; Epperciò glinsigni Anatomici, che possono a grandaggio sottoporre al loro scalpello
numerosi cadaveri, potranno con maggior facilità sviluppare la struttura delle prominenze bigemine;
la connessione di queste, e della ghiandola pineale colle fibre provvenienti dalle gambe del cervello, e
del cervelletto, ed infine potranno a forza dinfinite, e pazientissime ricerche svolgere lintricatissimo
nodo della protuberanza anullare formata evidentemente da un concorso di fibre, e cordoncini, che
costituiscono le centrali estremità delle menzionate parti, e di tutti i nervi, che per la machina animale
si distribuiscono.
Questintreccio, che presentemente ci rassembra cotanto complicato, potrebbe essere molto più
semplice di quello, che noi si figuriamo, e per quanto mi dimostrano le variate sperienze, che ho fatto
sul medesimo neglanimali, è certamente questa porzione dellencefalo in alcuni con maggior
semplicità costrutta, che in altri, quindi nel ritentare le ricerche anatomiche, e le sperienze in tanti
diversi esseri viventi spero, che si troverà il filo di questo labirinto. Sono poi anche moltissimo
inclinato a credere, che non tanto complicata sia la struttura della così detta protuberanza anullare
osservando, che tutte le più grandi, e meravigliose operazioni della natura dipendono da un
semplicissimo meccanismo: ed aggiunge infine, che oltremodo semplice si è il modo, con cui ho
dimostrato formarsi le operazioni dipendenti dal comun sensorio in queglesseri, che sono con somma
semplicità organizzati.
Potrei pure avanzare molte congetture sopra i conduttori del fluido separato nel cervelletto, e far
vedere come i nervi per la loro disposizione agiscono non altrimenti, che i conduttori nelle nostre
machine galvaniche: ma sicome non ho ancora a questoggetto abbastanza decisive sperienze, così
aspetterò di poter con più sicurezza pronunziare su questo curiossimo fenomeno non meno, che sopra
la grandissima analogia, che vi passa tra il fluido galvanico, elettrico, e nerveo.
Saranno ora tre anni, che in una memoria(6) tendente alla soluzione di un problema dallillustre
Società Italiana proposto parlai di molte sperienze a questoggetto intraprese, e conchiusi dai
succennati fatti, che sembrava dissipata quella gran differenza, e disparità, che si ammetteva tra le
sperienze, e le opinioni portate dal Volta, e quelle immaginate dallAldini. Poichè se questi sostenne la
necessità di riconoscere un principio dalla machina animale separato, da cui dipendenti sono i curiosi
fenomeni, che gli manifestarono i suoi delicati sperimenti, per altra parte il Prof. di Pavia
collingegnosa invenzione della sua colonna ci aprì la strada a conoscere con qual meccanismo si
separi questo potentissimo agente dallanimale economia, ingannossi nel sostenere, che i risultati
delle sperienze dellAldini prodotti erano dal principio elettrico sviluppato per il contatto di due corpi
eterogenei, stante che per un contatto più o meno moltiplicato di tre diverse sostanze si separa nel
cervelletto il fluido, che nel vivente animale li stessi effetti(7) produce. Chiunque poi vede, che
vicinissimo al vero era il Fisco di Bologna nellimmaginare lesistenza di una colonna animale, che
però non nella periferia come dice Geofroy, ma allorigine di questi fenomeni doveva esser ricercata.
Quante modificazioni parimenti possa subire il fluido galvanico ed elettrico dalla diversa costruzione
deglapparati lo comprovano i risultati ottenuti dai celebri chimici Fourcroy, Thenard, e Vauquelin per
mezzo del loro eletromotore a grandi piastre; Poichè ottennevano più decisi effetti fisiologici, e
chimici, qualora formavano leletromotore con 32. grandi lastre quadrate di rame, ed altrettante di
zinco soprapposte le une alle altre col solito metodo, mentre che, se le stesse lastre si diponevano in
guisa a formare otto strati soltanto, in vece di 32., il che succede, se per ogni strato quattro se ne
mettono(8) le une accanto alle altre, gleffetti fisici sono molto p energici, ed allincontro le
commozioni sono più deboli, e la decomposizione dellacqua lentamente succede.
Che un gran numero di strati sia più favorevole per produrre il maximum degleffetti fisiologici lo
fanno pur anche vedere le pile a caricare immaginate dal Ritter.
Or qui più che mai compare la grande somiglianza, che vi passa tra glartificiali elettromotori, e
glorgani torpedinali de menzionati pesci di numerosissime laminette formati: ma se numerosi
corpicelli di sostanza cartilagineo--gelatinosa sono atti a sviluppare una si gran quantità di un fluido
tanto simile al nerveo, perchè il cervelletto deglanimali, e principalmente delluomo, in cui linsigne
Malacarne numerò più di 800. lamine non saegli un vero eletromotore?
Epperciò se lAldini credette, che nelle machine animali esistesse un meccanismo, da cui si
sviluppasse il fluido nerveo, se Volta seppe immaginare una machina, che ci aprì la strada a conoscere
qual sia lutilità del cervelletto, le sperienze, e le osservazioni di Fourcroy, Vauquelin, Thenard, e
Ritter cinsegnano quali sieno le modificazioni, per cui più atto diventa leletromotore cerebrale alla
produzione degleffetti fisiologici, che sono quelli, che appunto si esiggono per metter in azione le
machine animali, ed infine per mezzo delle mie sperienze, ed osservazioni oserei lusingarmi di aver
scoperto la vera utilità, e luso di questa importante porzione della massa cerebrale, sopra il che finora
nessun fisiologo aveva neppur avanzato approssimanti congetture.
Mi si permetta ora di conchiudere, che il modo, con cui finora si è dissecato il cervello per nulla
poteva condurre a conoscere la sua struttura e glusi, a cui è destinato. Che i due emisferi composti
sono da due fasci di fibre; che questa struttura fibrosa tanto evidente in altri organi è pure molto
conducente a spiegare, e render ragione delle loro operazioni, essendo queste fibre midollari
egualmente, che le muscolari soggette alla paralisi, cioè alla mancanza di movimento, ed alleccesso
del medesimo ossia alle convulsioni clonice o tonice, ed a tutte le diverse graduazioni, che possono
esistere tra questi due eccessi. 2. Che il cervelletto è un organo, in cui tutte si riconoscono le
necessarie condizioni per formare un eletromotore del Volta. 3. Che il midollo oblongato, e parti
vicine formano il centro, in cui si riuniscono le estremicentrali di tutte le fibre deglemisferi, delle
impropriamente dette gambe del cervelletto, e di tutti i nervi, che apportatori sono del moto, e del
senso a tutte le parti: sebbene ignoto sia lintreccio, per cui assieme comunicano. Per ultimo che vi
sono dei nervi, i quali unicamente ricevono le impressioni deglesterni oggetti per trasferirle al centro
del comune sensorio: altri godono di questa facoltà, e nello stesso tempo destinati sono a trasmettere il
fluido eccitatore nel cervelletto separato: altri infine resi sono inetti a questa trasmissione per via di un
particolar meccanismo, come si è detto del nervo intercostale.
APPENDICE
Osservazioni anatomiche sopra il cervello
dei Signori Gall, e Spurzheim: para-
lello tra queste, e le riferite nei
precedenti articoli.
Avrei creduto, dopo daver esposto ciò, che ho potuto penetrare sulla struttura della massa cerebrale, di
passare, come ho promesso in principio a dimostrare, quanto poco fondata sia la dottrina
cranioscopica del Signor Dottor Gall, e mi pareva potervi in particolare modo riescere appoggiato alle
sperienze fatte sopra il cervello, e molto più a quelle dirette sopra il cervelletto, che egli fa sede di
diversi organi a singolari funzioni destinati, mentre che dai risultati ottenuti dalle medesime ben
diverso appare il suo uso. Mi sembra ora innutile loccuparsi su questo punto, e penso di tralasciare le
poche riflessioni, che avevo assieme riunite per confutare opinioni, le quali forse troppo romore
destarono nelle più colte Città dEuropa; ed in vece mi tratterrò ad esaminare quanto di più sodo il
medesimo, unitamente ad altro Medico Viennese pubblicò sopra la strutura del cervello, che è degno
di molto maggior attenzione.
Ero fermamente persuaso, che il Dottor Gall avesse scritto esser il cervello unintreccio di sostanza
cellulare, come avevo veduto accennato in un Diario bibliografico di Milano, quando al momento, in
cui non ero più in tempo di emendare ciò, che avevo avanzato nellarticolo primo, mi venne fatto di
vedere nellAnalisi dei lavori della Classe delle scienze matematiche, e fisiche pendente il corso del
1808 letta allInstituto dal celebre Signor Cuvier Segretario perpetuo un rapporto fatto da Commissari
destinati ad esaminare tanto le suddette scoperte anatomiche, che la dottrina cranioscopica. Or
dunque, affine di aprirmi una strada a far qualche riflessione su questimportante oggetto, rapporte
qui fedelmente tradotte le parole, con cui si esprime il Degno Segretario dellInstituto.
"Fra gloggetti danatomia, che hanno occupato la Classe, pochi ve ne sono così interessanti, quanto la
memoria sulla struttura del cervello, e del sistema nervoso, che le è stata presentata dai Signori Gall, e
Spurzheim Medici di Vienna in Austria, questi due Anatomici considerano lorgano cerebrale in una
maniera molto differente, ed in molti punti più esatta, e più feconda, che quella adottata nelle scuole.
Secondo questi la sostanza cinerea comunemente chiamata corticale è lorgano, di dove sortono i
filamenti nervosi, i quali formano la sostanza bianca o midollare. In ogni dove esiste la sostanza
cinerea nascono di questi filamenti, ed essa esiste da per tutto, dove nascono questi. Il midollo spinale
non è un fascicolo di nervi discendente dal cervello; al contrario i nervi chiamati cerebrali si lasciano
seguitare sino al midollo oblongato, o spinale. Il cervello, ed il cervelletto non sono, che porzioni
sviluppate dai fascicoli venuti dal midollo oblongato della medesima maniera, che ne vengono i nervi:
Il cervello in particolare tira la sua origine dei fascicoli chiamati eminenze piramidali, i quali
sincrocciano sortendo dal midollo oblongato andando ciascuno verso il lato opposto da quello di dove
parte; si gonfiano la prima volta traversando il ponte di Varolio; la seconda traversando i tubercoli
chiamati talami ottici, ed una terza in quelli detti corpi striati sempre per mezzo dei filamenti
midollari, che la materia bigia contenuta in queste tre parti fornisce, ed aggiunge a quelli, che i
fascicoli possedevano primieramente, ed ai quali si uniscono con angoli acuti, ascendendo. Il
cervelletto viene dai fascicoli chiamati processus cerebelli ad medullam, i quali si rinforzano, ma una
sol volta dai filamenti, che loro da la materia cinerea di quella porzione, che si chiama corpo ciliare.
Questi due paja di fascicoli dopo essersi rinforzati, ed allargati, e dopo aver preso in conseguenza una
direzione divergente, finiscono per estendersi ciascheduno in due grandi espansioni coperte in ogni
parte per di fuori di materia bigia, che merita qui solamente il nome di corticale; e queste espansioni
piegate in diverse maniere formano ciò, che si chiama emisferi del cervello, i lobi, ed il processo
vermiforme del cervelletto. Da tutta la loro estenzione nascono altri fili midollari, che dai due lati del
cervello, e del cervelletto vanno convergendo verso la linea media, dove i fili dun lato si uniscono a
quelli dellaltro, e formano le commessure. Il corpo calloso, la volta, e sue dipendenze formano la più
grande delle commessure del cervello. Ciò, che si chiama commessura anteriore, è particolarmente
quella, che riunisce i lobi di mezzo. La commessura del cervelletto è formata dai strati trasversali del
ponte di Varolio. Ciascuno de paja dei fascicoli, che formano i nervi hanno egualmente delle
commessure, che servono a riunire le due parti. Quando si sono tolte o rotte le fibre convergenti, che
si rendono al corpo calloso, e che tengono luogo di soffitto ai ventricoli laterali, non resta sotto la
sostanza bigia, che una parte midollare composta delle origini di queste fibre convergenti, e delle
estremidelle fibre divergenti, che vengono dal midollo oblongato, e ben lontano lammasso di tutte
queste fibre di formare una massa solida, come si era creduto fino al presente, vi esiste sempre in
mezzo a ciascheduna circonvoluzione del cervello, e del cervelleto una soluzione di continuità, e con
dellattenzione si può spiegare questa porzione di sostanza bianca, o midollare, come si svilupperebbe
la sostanza cinerea, se fosse sola.
Stabiliscono in primo luogo glAnatomici di Vienna, che dalla sostanza cinerea nascono i filamenti
nervosi, i quali formano la sostanza midollare. Sono dunopinine molto diversa a questo riguardo,
tanto per non aver giammai potuto vedere nessun filetto bianco partire dalla cinerea sostanza,
nelluomo, neglanimali, lo che dimostra più evidentemente il cervello deglucelli, nei quali come
osservai la sostanza midollare con molta facilità si separa dalla cinerea principalmente, dove i due
emisferi tra di loro si combacciano: affatto spreggevol prova di quanto avanzo parmi
losservazione, da cui risulta, che in pochissima quantità o quasi niente si riscontra di questa in alcuni
pesci, nei rettili, ed in quasi tutti glinvertebrati, e posso aggiungere, che ho separato tutta la
giallognola, e la bigia dalle lamine midollari del cervelletto ciò, che non sarebbe riescito, se vi fosse
continuazione, e che le fila, di cui sono queste composte, nascessero dallaltra. Epperciò più probabile
mi sembra, che tutti i midollari, e nervei filamenti colle loro estremivadino a formare il particolar
intreccio, che si osserva nel midollo oblongato, sotto il ponte di Varolio, e nelle prominenze
bigemine, e che quindi le fibre midollari, e massimamente quelle comprese nei pedoncoli del cervello
si portino a formare le diverse parti nel modo, che si è altrove descritto, e come in tutti glanimali si
osserva, avuto riguardo alla diversità delle configurazioni, che prendono.
Non mi pare, che le fibre midollari provvenienti dalle prominenze piramidali sincroccino traversando
il ponte di Varolio per andare ai peduncoli deglemisferi, che si gonfino nel traversare i talami
ottici, stante che si vedono piuttosto passar direttamente sotto questi, e seguitare il loro corso nel
modo descritto. Egli è pero certo, che tanto sotto la protuberanza anullare, che nei talami, come si p
rilevare dalle figure vi è frammischiata molta sostanza cinerea, che serve ad isolare le midollari fibre,
che vengono dalle diverse parti deglemisferi, e massime le estremi dei nervi ottici, che vi si
riferiscono. Son parimente dopinione, che il corpo calloso, il setto lucido, la volta e le sue
appendici si debbano considerare come semplici commessure, e soltanto per commessure si possono
avere quelle fibre del corpo calloso, che passano da un lato allaltro. La commessura poi anteriore pare
destinata a mantenere la comunicazione tra le radici dei due nervi olfattori, e la posteriore tra le
origini dei nervi ottici; ma i strati di fibre transversali del ponte di Varolio non fanno certamente le
veci di commessura. Non ben comprendo poi cosa intendano i sullodati Medici per quella soluzione
di continuità che ammettono in ciascheuna cirvonvoluzione del cervello, e del cervelletto, ne in che
modo credano, che si spieghi, e si sviluppi la sostanza midollare, se non è che vogliano dire, esser
ciascuna fibra midollare isolata, probabilmente inviluppata da sottilissima cellulare, ed in molti luoghi
separata dalle altre per frapposta cinerea sostanza. Non vedo poi, che i medesimi abbiano sparso
qualche luce sopra la struttura, e glusi delle prominenze bigemine, della ghiandola pineale, e delle
parti circonvicine.
Ho per altro provato sommo piacere nel vedere, che questi ingegnosi Anatomici hanno parimenti
scoperto, che glemisferi del cervello sono organi composti da fibre o filamenti, i quali vanno a
formare le diverse parti, che si osservano nellesame de medesimi: qual osservazione non è
indifferente per aprire la strada a conoscere le funzioni, che da questa struttura dipendono, mi sia però
permesso di rimarcare, che niente vi scorgo nella lor maniera di esaminare il cervelletto, che sia atto
ad eccitare qualche idea circa glusi, a cui è destinato.
Ma se dalla descrizione stessa data dal Dottor Gall unitamente al Dottor Spurzheim non si ritrova
indicio di corpi, e dorgani distinti, e separati tra di loro, destinati ciascheduno a particolari funzioni,
dunque caderà per se stessa la dottrina craniologica dal primo insegnata, e con molto maggior
probabilità si potrà asserire, che se glemisferi (poichè sembra, che non possa cader dubbio sopra glusi
a cui è destinato il cervelletto) sono composti di fibre, il modo dagire nelle diverse loro operazioni
non deve esser molto diverso da quello daltri organi di fibre animali parimenti formati; epperciò
qualunque impressione ricevuta dalle fibre del primo, secondo, settimo paja, e da quelle dei nervi
inservienti al gusto, ed al tatto ver trasportata per mezzo della mobilità, di cui godono allorigine
centrale di tutte le altre fibre cerebrali, e vindurranno particolari movimenti costituenti le nobili
funzioni, che dalle fibre suddette dipendono, dal che si può comprendere, perchè dalla troppa
flacidità, mollezza, rigidi o consistenza, e da vizi consimili restino in proporzione alterate, e
perturbate le summentovate funzioni.
Potrebbe cader in dubbio, che io avessi avuto qualche cognizione dellesatta maniera, con cui
glingegnosi Anatomici Viennesi hanno dimostrato doversi esaminare il cervello, ma svaniquesta, se
si considera, che io ho annunciato or son due anni una nuova struttura del cervello(9) molto diversa da
quella insegnata dai più grandi Anatomici, e che molto tempo avanti qualche cenno ne avevo fatto a
chiarissimi Personaggi della Sardegna, e di altri paesi. Credo inoltre poter soggiungere, che
lestensione, che ho dato alle anatomiche mie osservazioni, dirigendole non sopra luomo soltanto, ma
sopra tutti glanimali di nervoso sistema forniti, ed anche sopra queglesseri viventi, che dorgani
consimili sono affatto sprovvisti, per mezzo delle quali fui condotto a conoscere luso delle principali
parti della massa cerebrale, prove abbastanza, che molto p grandi sono le mie vedute su
questoggetto; ne deve far meraviglia, che forse nello stesso tempo in Vienna, ed in Sassari si sia alfine
in gran parte sviluppata la struttura di questorgano colla differenza però, che in questa col mezzo di
sperienze, e di moltiplicate ricerche si è potuto penetrare qual sia lazione delle scoperte fibre, ed il
particolar meccanismo di alcune parti, e quel che è più importante si è potuto conoscere, in che
consistano le singolari alterazioni morbose, che formano tante diverse malattie del sistema nervoso.
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE
Fig. I. Cervello delluomo situato in guisa che la base rimane in su rivolta. Dallemisfero sinistro si
sono levati diversi strati per scoprire landamento delle fibre, che attraversando una porzione subovata
di sostanza cinerea formano ciò, che si è designato col nome di corpi striati. Consimili strati tolti dal
lato sinistro della protuberanza anullare, del midollo oblongato, e del cervelletto mettono in vista la
direzione delle suddette fibre, lalbero della vita ec.
Notisi, che è molto difficile, quando a strati si taglia il cervello, di sempre scoprire la stessa quantità
di fibre, e di sostanza cinerea, e che ogni sottil strato più o meno profondo cangia in qualche maniera
laspetto, sotto il quale si presentano; forse dissecando un numero grande di cervelli si potritrovare
un punto determinato, secondo il quale tagliando si metterà in vista costantemente la stessa quantità di
fibre midollari, e di cinerea sostanza ciò, che non ho potuto fare non avendo avuto a mia disposizione,
che tre cervelli umani per scoprire landamento delle fibre suddette, e prepararne i disegni. - 1.
Protuberanza anullare, dalla quale si sono levati alcuni strati per dimostrare la direzione delle fibre,
che vanno a formare le gambe deglemisferi. Queste fibre frammeschiate a cinerea sostanza designata
da per tutto con puntini, si offrono nelle diverse sezioni tra di loro più vicine, ma poi togliendo
porzione delle midollari si scopre maggior porzione cinerea o corticale, come qui si rappresenta. - 2.
Peduncolo dellemisfero sinistro composto delle fibre midollari menzionate, le quali dividendosi
passano per la sostantza cinerea, e formano i così detti corpi striati 3. - 4. fibre midollari, che per un
certo tratto sono più visibili attorno a tutta la circonferenza de corpi striati: tanto quelle n. 3., che le
altre n. 4 concorrono alla formazione del centro ovato di Vieussenio, che è tutto quello spazio bianco
circondato dalla sostanza corticale 5. quindi ripiegandosi vanno a formare il corpo calloso, e sue
appendici, come si è detto art. I. - 6. Commessura anteriore. - 7. Nervo ottico sinistro provveniente dal
talamo dello stesso lato, del quale ne è stata esportata tutta quella porzione, che abbraccia il
peduncolo dellemisfero, e per il di cui mezzo si univa allaltra porzione 7* che va a congiungersi col
nervo dellaltro lato. - 8. Prominenza mamillare ed infundibulo. - 9. Midollo oblongato, in cui si
vedono le fibre che si ritrovano nelle prominenze piramidali 10., ed il corpo dentato 11. immerso nella
sostanza delle prominenze olivari. - 12. Fibre midollari, che servono alla formazione delle gambe del
cervelletto divise le une dalle altre da sostanza cinerea: da queste assieme riunite è formata la
porzione midollare, nel cui centro si osserva il corpo dentato di Vicq dAzir 15. questa è stata
daglantichi designata col nome di albero della vita, perc quando è tagliata offre moltissime
ramificazioni inviluppate da doppi strati di sostanza giallognola, e cinerea, dal che ne risulta il
cervelletto 13. - 14. Nervo del quinto paja, il quale in mezzo alle fibre 12. si seguita come osservò il
primo Soemering sino al quarto ventricolo
Fig. III. Cervello dun bue diviso in due. Dalla parte interna del destro emisfero con un taglio
perpendicolare si è esportata porzione dei corpi striati, dei talami, il carpo calloso, e la volta per
vedere landamento delle fibre midollari, che attraversano la sostanza cinerea dei corpi striati. Si vede
inoltre la porzione destra del cervelletto, e del midollo oblongato. - 1. Sostanza cinerea o corticale del
destro emisfero. - 2. Colonna posteriore destra della volta composta di sostanza cinerea da fibre
midollari circondata. - 3. Fibre midollari provvenienti dai talami, e gambe del cervello 4. che
attraversano la sostanza cinerea, colla quale formano i corpi striati. - 5 Talamo ottico, in cui si vedono
delle striscie midollari. - 6. Prominenze bigemine superiori più grosse, inferiori più piccole, che
sembrano divise dai talami per mezzo di una striscia 7. di sostanza cinerea. - 8. Cervelletto in cui si
vede lalbero della vita. - 9. Impressione detta calamus scriptorius. - 10. Midollo oblongato, in cui si
scorgono fibre midollari frammiste a striscie di sostanza cinerea. - 11. Protuberanza anullare. - 12.
Nervo ottico.
Fig. II. Se con replicati tagli perpendicolari si esportano di dentro in fori altri strati dai talami ottici, e
prominenze bigemine della fig. III. si scoprono delle fibre midollari in diversa maniera disposte, come
appare in questa figura. - 1. Corpo striato - 2. Talamo ottico, dove si osserva una striscia composta di
cinerea sostanza, e di fibre midollari, le quali vanno a formare il cordone del nervo ottico. - 3. Altro
fascio di fibre midollari, che poi traversando altra sostanza cinerea passa ai corpi striati. - 4.
Prominenze bigemine. - 5. Nervo ottico. - 6. Peduncolo dellemisfero. - 7. Protuberanza anullare.
Fig. IV. Cervello dun corvo. - 1. Emisfero sinistro veduto dalla parte interna. - 2. Nervo olfattorio. - 3.
Nervo ottico. - 4. Cervelletto diviso per metà affine di metter sottocchio la porzione midollare detta
albero della vita, che si divide in molte ramificazioni, il cui numero varia in tutti glucelli. - 5. Midollo
oblongato. - 6. Commessure una posteriore, che serve alla riunione dei talami ottici, una anteriore, e
laltra inferiore. - 7. Espansione di fila midollari, che si estende sulla parte interna dellemisfero.
Fig. V. Cervello dello stesso animale veduto dalla parte inferiore, ossia dalla base. - 1. Nervi olfattori.
- 2. Emisferi. - 3. Porzione midollare formata da peduncoli, i quali passano di sotto i nervi ottici, e
traggono la loro origine dalla protuberanza anullare. - 4. Cordoncini midollari, i quali provvenienti
dalla detta protuberanza si portano verso la parte interna deglemisferi, e formano lespansione n. 7 fig
IV. - 5. Nervi ottici, che vengono dai talami 6. e si uniscono per fare lincrocciamento, che è reciso. -
7. Midollo oblongato, nel quale si vedono due prominenze olivali, che rappresentano la protuberanza
anullare.
Fig. VI. Cervello della testuggine di terra ingrandito del doppio. - 1. Emisferi. - 2. Bulbi, che danno
origine ai due nervi olfattori. - 3 Due piccole prominenze. - 4. Talami ottici. - 5. Cervelletto. - 6.
Midollo oblongato, in cui si vede limpressione detta calamus scriptorius: nel suo mezzo si osservano
due cordoncini di sostanza midollare, che non si vedono neglaltri animali.
Fig. VII. Emisfero destro del cervello di testuggine, da cui si è levata la parte superiore per vedere la
cavità interna, ossia ventricolo, in cui si osserva il corpo subovale, che ha origine da un peduncolo
evidentemente di fibre composto. I numeri 3., e 4. indicano le stesse cose, che nella fig. VI.
Fig. VIII. Cervello di un Pagello (Sparus Erythrynus) 1. Emisferi. - 2. Bulbi de nervi olfattori. - 3.
Talami ottici. - 4. Cervelletto. - 5. Midollo oblongato.
Fig.- IX. Midollo oblongato dello stesso pesce diviso longitudinalmente in due parti assieme al
cervelletto 2. affincsi possa vedere la ramificazione di sostanza midollare detta albero della vita.
Fig. X. Cervello, e nervi della Sepia. - 1. Ganglio situato sopra la bocca. - 2. Cordoncini nervei, i quali
dal primo ganglio si portano al secondo 3 in mezzo a questi passa lesofago 4. Dal secondo partono tre
cordoncini nervei, i quali vanno ad un corpo oblongo 5. che sembra essere il vero cervello, poichè del
medesimo hanno origine la maggior parte de nervi: cioè lottico. 6. il quale è tagliato da una parte, e
dallaltra forma un bulbo 7. molto più grosso del cervello, dalla cui circonferenza partono numerosi
filamenti 8. i quali penetrando nella slerotica, vanno a formare la retina in singolar modo disposta, e
visibilmente fibrosa in questi animali. - 9. Grosso nervo da un lato reciso, il quale forma un ganglio,
da cui partono molte ramificazioni, che si distribuiscono al sacco. - 10. Denti di questanimale.
Fig. XI. Cervello di un cervo volante (Lucanus) veduto col microscopio, ed ingrandito di molto. - 1.
Due corpi oblonghi, dei quali il sinistro reciso, che assieme ai due tubercoletti 2. formano la massa
cerebrale di questinsetto. - Nervo ottico, che termina in un bulbo sferico 4. coperto di una membrana
di color violaceo diverso però in diversi insetti, tra mezzo a questa membrana colorita, che sembra
essere la coroidea si vedono moltissime papille nervee. - 5. Due cordoni nervei in mezzo ai quali
passa lesofago, questi si riuniscono dopo per formare il ganglio secondo. - 6. Nervi, che si
distribuiscono ai muscoli delle corna ossia mandibule. 7. Nervi che vanno allantenne. - 8. Nervi, che
vanno ai muscoli della bocca.
FINE.
NOTE
(1) Prendo questoccasione per rispondere ad unobjezione, che mi è stata fatta al proposito del
vocabolo mobilità, che ho dimostrato (Memoria sulle cause da cui dipende la vita ec.) doversi
preferire a quello di eccitabilità. Opinano alcuni che il vocabolo dal Medico Inglese introdotto sia più
conveniente per esprimere i fenomeni dei corpi viventi, mentre che quello di mobilità più proprio
sembra per designare le proprietà dei corpi inanimati, ossia inorganici.
Considerando però, che, allorquando si parla di eccitare una data fibra od organo qualunque, si
sottintende sempre al moto, che il nome di eccitabilità per se niente esprime, o soltanto indica una
disposizione, per cui la fibra è suscettibile dessere messa in movimento, sembra, che questattitudine al
moto meglio sarà espressa col vocabolo mobilità, come quello, che esprime un fatto, che ogni
momento abbiamo sottocchio, quale si è il cangiamento di posizione de corpi, costituente ciò, che
moto si chiama. Mentre che nominando leccitabilità si deve sempre supporre questultimo fenomeno.
Se si amasse non ostante di sostituire unaltro vocabolo, quello di attrattibilità sarebbe il solo, che
potrebbe convenire, come esprimente ciò, che succede nellatto, in cui si muovono, e tra di loro si
avvicinano le mollecole della fibra in contrazione.
Inutile poi è il timore di recare confusione tra le proprietà de corpi organici viventi, e deglinorganici,
imperochè le sostanze elementari componenti gli uni, che glaltri sono tutte soggette alla stessa
legge dipendente dal medesimo principio, il quale è soltanto in apparenza modificato; ed allorquando,
parlando delle dispute (p. 26 ) insorte per spiegare i fenomeni, che offrono queglanimali, che si
possono dividere in molte parti ciascuna, delle quali seguita a vivere nello stesso modo come viveva
lintiero, dico non esser meraviglia, se a questo riguardo si sono avvanzate così stravaganti opinioni
trattandosi di spiegare una cosa, che non esisteva, quale si è lipotetico Archeo, ossia principio vitale,
non intendo di escludere la causa, origine della proprietà, di cui gode ogni mollecola di attrarre, e di
esser attratta*, e credo poter soggiungere, che dopo le belle sperienze fatte da Davy per mezzo del
fluido galvanico, e dopo le qui riferite non è più una semplice ipotesi lasserire, che tutti i movimenti
chimici, e vitali, ossia dei corpi organici, ed inorganici dipendenti sono dal fluido elettrico. [*
nelloriginale "atttrata" - Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(2) Mi lusingo di pubblicare in breve la descrizione, e le figure di parecchi animali ritrovati nelle
spiaggie di questo Regno dalcuni, de quali nessuna menzione vien fatta dai più recenti trattati di storia
naturale, ed altri malamente sono stati descritti, e figurati; ne darò inoltre le più minute osservazioni
anatomiche, che utilissime saranno per render completa la storia di questesseri viventi appartenenti
alle classi de Molusci, deglAnellidi, de Vermi intestinali, de Radiari, e de Zoofiti.
(3) Nelloriginale "la la" [Nota per l'edizione elettronica Manuzio].
(4) Nelloriginale "cervellettto" [Nota per l'edizione elettronica Manuzio].
(5) Quando si considera, che se viene fatta sul cervello una compressione come nei casi, in cui manca
una porzione del cranio, oppure per la troppa quantità di sangue, da cui rimangono di sovverchio
distesi i vasi ne succede uno stato di sonnolenza, di sopore, e di apoplessia, non si resterà sorpreso, se
il simile succede quando distrutte sono le fibre deglemisferi, e si comprenderà, che allor quando o per
il grandimpeto, con cui si porta il sangue al cervello, o per altre cause irriranti succede il delirio, le
dette fibre devono esser di troppo stimolate. Quali riflessioni fanno vedere la grande analogia, che vi
passa tra le fibre componenti glemisferi, e quelle di tutti i muscoli, le quali parimente compresse
rimangono senzazione, o di troppo stimolate con maggior forza si contraggono: fatto che viene molto
avvalorato dallosservare, che le une, che le altre sono più mobili nelle giovenile età, e che quindi
più inerti, e più torpide si rendono col crescer deglanni.
(5) Non ha guari, che in una donna stata primieramente da forti convulsioni tormentata mancò ad un
tratto la sensibilità da un lato, questa dopo qualche tempo restituita rimasero tutti i muscoli dello
stesso lato paralitici, e questo fenomeno si alter per diverse fiate, finchè colluso di quei soccorsi
creduti atti a ristabilire nel suo buon essere tanto la mobili della fibra nervea, che della muscolare,
riacquistò la perduta salute.
Parecchi di questi casi pratici vengono rapportati dai scrittori medici, ed altre fiate ho osservato
qualche cosa di consimile, ma mi pare, che lalternativa della perdita, e della restituzione or del senso,
or del moto meritasse particolar menzione.
(6) Questa memoria collepigrafe Non nostrum inter vos tantas componere lites. che conteneva quanto
ora avanzo sopra le funzioni del cervelletto non pervenne al mio corrispondente, epperciò non è stata
presentata al Segretario di questa Società; la quale, da quanto ho riferito in questo saggio, può vedere,
se avevo adempito alle nobili, e grandi sue mire.
(7) Nelloriginale "efletti" [Nota per l'edizione elettronica Manuzio].
(8) Nelloriginale "metttono" [Nota per l'edizione elettronica Manuzio].
(9) Vedasi la Prefazione alla Memoria sulle cause, da cui dipende la vita neglesseri organizzati.
Firenze 1807. Soggiungerò, che nello stesso tempo ho congnato al Chiarissimo Signor Professore
Palloni Segretario Generale dellAccademia Italiana la memoria menzionata pag. 59. contenente la
spiegazione delle funzioni del sistema nervoso di tutti glesseri viventi dedotta dallennunciata struttura,
e dalle sperienze, che palesano luso delle diverse parti della massa cerebrale, e dirò di più, che da
molto tempo nelle mie lezioni di Medicina teorico pratica ho non solo classificato le malattie del
sistema nervoso in affezioni deglemisferi, del cervelletto, del midollo oblongato, e del nervo
intercostale, ma che servendomi delle sperienze, ed osservazioni rapportate, non vi è sintoma, o
fenomeno, che non trovi facile spiegazione, mentre che nei migliori trattati di queste malattie tutto è
disordine, oscurità, e confusione. Da tutto ciò sembra potersi inferire, che molto tempo avanti, che i
Medici Viennesi pubblicassero le loro osservazioni anatomiche doveva esser a me nota la descritta
struttura del cervello essendomene servito a spiegare le funzioni, e le alterazioni morbose le più
difficili a comprendersi.
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