Una delle ultime sere di carnovale - Carlo Goldoni
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Veneziano di Meneghella: almeno questa etimologia è molto più onesta di quella che alcuni libertini
ritrar pretendono dalla figura. Questa dunque è la carta trionfante, la carta superiore di questo gioco; e
dopo di essa gli Assi, i Cavalli, i Fanti, i Dieci, i Nove ecc. impiegandosi tutte le cinquantadue carte che
formano il mazzo. I Giuocatori si distribuiscono a due per due, i quali devono esser vicini, veggendosi
le carte fra di loro,. E facendo banco comune di quel denaro che mettono sopra la tavola, metà per uno,
e dividendo alla fine il resto, se perdono, o la vincita oltre il capital, se guadagnano, e rimettendone
fuori di nuovo, se il primo capitale è perduto, prima che il giuoco finisca. Le coppie de' Giuocatori
sono per lo più composte di un uomo e di una donna, e la Padrona di casa ha la prudente attenzione di
unire le persone che stanno volentieri insieme, cosa che rende oltremodo piacevole questo giuoco
all'onesta ma tenera gioventù. Nel mezzo della tavola si mette un tondino, dove ciascheduno dee porre
quella moneta ch'è destinata per il fondo del giuoco; per esempio, un soldo. Se i Giuocatori sono
dodici, come nella mia Commedia, ecco dodici soldi nel tondo. Come, e da chi si guadagnano, lo
vedremo in appresso.
Per vedere chi è quegli, o quella, che dee dar le carte la prima volta, qualcheduno prende il
mazzo, mescola, fa alzare, dà una carta scoperta a ciascheduno, e quegli a cui tocca la Meneghella, è il
primo a dar le carte. Questi dunque mescola, fa alzare il suo vicino, e se questi alza, per ventura, e fa
vedere la Meneghella, tira i dodici soldi del tondo; passano la mano, e tutti rimettono nel tondino un
soldo per ciascheduno. Se non alzasi la Meneghella, quegli che fa le carte, ne dà tre a ciascheduno e ne
prende sei per se stesso, delle quali sceglie le tre migliori; e questo chiamasi far "lissia", cioè fare il
"bucato". Volta poi la quarantesima carta, s'ella è la Meneghella, tira il tondo, come quegli che l'alza, e
passa avanti il mazzo. Colui che ha la mano, giuoca la carta che più gli torna conto, e come vede le
carte del suo Compagno, o giuoca un Asso, s'egli ne ha, o giuoca nell'Asso del suo compagno.
Gli Assi, come abbiamo detto, sono le prime carte dopo la Meneghella. La Meneghella può
prender l'Asso, e si chiama "tagliare"; e questo succede, se quegli, per esempio, che ha la Meneghella
ha tre carte sicure, e teme di doverne perdere due, rispondendo a quei Semi ch'egli non ha, ma rade
volte si fa, mentre per lo più l'ultima carta è la più interessante.
Chi prende dunque la prima mano, tira quattro soldi dal tondo, e giuoca poi la carta che vuole, la
più utile al suo giuoco, o a quello del suo Compagno; e chi prende la seconda mano, tira ancor quattro
soldi. I quattro che restano, dopo le due mani suddette, si dice che restano per l'invito; ed ecco come si
fa l'invito. La persona che ha guadagnato la seconda mano, se resta con una terza carta, giudicata buona,
o perché sia un Asso, o un Re, o perché sia di un Seme, del quale se ne vedono molte sulla tavola,
invita, e si dice “un soldo, o due soldi, o tre ecc. chi vuol veder la mia carta”, e mette la somma nel
tondino. Quelli che hanno carte buone, e sperano che siano dello stesso Seme, e superiori in valore alla
carta coperta dell'invito, tengono l'invito, e mettono la somma invitata.
Quegli che ha la Meneghella, tiene sicuramente, ed è certo di vincere; per questa ragione rade
volte si tagliano gli Assi colla Meneghella, sperando di far miglior giuoco alla fine. Il giuoco è più
bello, quando la Meneghella è stata forzata; cioè quando qualcheduno, per necessità o per elezione,
giuocando Spade, trova la Meneghella in mando di qualcheduno senz'altre Spade, e la fa cadere: allora
chi l'ha, e la giuoca forzata, si fa dare un soldo da ciascheduno, e tira i quattro soldi dal tondo; ma
questo premio qualche volta non vale quello che si può guadagnare nell'invito. Quando l'invito è fatto, e
tenuto, quegli che ha invitato, scopre, e fa veder la sua carta.- Allora quei che han tenuto l'invito, se si
trovano aver la carta in mano di quel Seme, e che sia superiore, dicono: “io ci fo su quella carta”, per
esempio, “dieci, quindici, o venti soldi”. Qualche volta saranno in due o in tre a far lo stesso, perché la
carta scoperta sarà, mettiamo, il Fante o il Cavallo di bastoni, ed uno avrà il Re, e l'altro avrà l'Asso; e
quegli che ha la Meneghella, tiene sempre, perché è sicuro di vincere; se gli altri si piccano, tanto
meglio per lui, anzi non solo tiene tutto quello che invitano, ma aumenta quando può davantaggio, e