gli uomini nel loro disinganno rincularono insino al medio evo, cercando salvezza nel catechismo,
quasi che fosse così facile restituirlo nella coscienza, com'era facile restituirlo nella memoria. Certo,
da quel moto indimenticabile molti beneficii sono venuti all'umanità. La libertà si è fatta via ne'
popoli civili; molti limiti artificiali sono caduti; molti limiti sociali sono trasformati; l'autonomia e
l'eguaglianza dell'individuo ha generato l'autonomia e l'eguaglianza della nazione, il sentimento di
nazionalità; la scienza ammaestrata in quella terribile prova, calando dalla sommità de' suoi ideali,
ed entrando ne' misteri della vita e nelle vie della storia, assisa sopra tante rovine si è fatta pensosa,
positiva e organizzatrice L'esperienza ha fruttato. Siamone grati a quel nobile popolo, che fece
l'esperienza a sue spese, sul suo corpo e sulla sua anima; a questo martire della umanità, che vi
logorò le forze, vi abbreviò la vita; a questo popolo che ha avuto più difetti che colpe, e la storia
punisce sempre i difetti e risparmia spesso le colpe, perchè il difetto è debolezza, e la storia, come la
natura, nutre i forti anche colpevoli a spese de' deboli.
La scienza che nella società latina ingoiò più di quello che poteva assorbire e digerire, restò al
contrario nella vita anglo-alemanna modesta ausiliaria, perchè ivi incontrò organismi formidabili,
pieni di prestigio e di forza e di fiducia, e non si mise già di contro ad essi come nemica, per disfarli,
ma penetrò ivi dentro con moto lento, ma continuo. E con poca resistenza; perchè gli organismi
viventi, nel rigoglio del loro sviluppo, non hanno in sospetto la scienza, anzi se ne valgono come
istromento ad allargarsi e consolidarsi, purgandosi e riformandosi, cioè cacciando da sè le parti
morte e stantie, e rinnovando la materia; dove gli organismi vecchi e aridi stanno chiusi in sè e
temono la scienza, odiano l'aria e la luce, come cadaveri che al contatto dell'aria si dissolvono. Ivi la
scienza operava non fuori del limite ma entro di quello, e illuminava dall'alto la vita senza
mescolarvisi, senza sforzarla, contenta alla sua parte modesta. Cosi ci vive e ci vivrà lungo tempo la
chiesa, il comune, la classe, la famiglia, lo stato e la legge, limiti rispettati, la cui voce è ancora
potente nel cuore degli uomini, e vi stimola e vi sviluppa le forze produttive. E ci vive insieme la
scienza e la libertà, la più ampia libertà di coscienza, di discussione e di associazione, che pur non è
un pericolo, ma una forza, perchè il volo dell' intelletto ha ivi il suo limite nelle forze sociali ancora
integre, il sentimento religioso, la disciplina, la tenacità, il coraggio morale, il sentimento del dovere
e del sacrifizio, l'amore della natura e della famiglia, il rispetto dell'autorità l'osservanza della legge,
tutta quelle forze morali che nel loro insieme noi chiamiamo l'uomo. Sento dire che la scienza ha
fatto grande la Germania. Ah! signori, sono queste qualità che fanno grandi i popoli, e la scienza
non le crea, ve le trova. Ben può ella analizzarle, cercarne l'origine, seguirne la formazione,
determinarne li effetti; ben può anche moderarle, correggerla, volgerla a questo o a quel fine: una
sola cosa non può, non può produrle, e dove son fiacche e logore, non può lei surrogarle. No, ella
non può, dove il sentimento religioso languisce, dire: la religione son io, e non può, dove l'arte è
isterilita, dire: arte son io; può darti una filosofia della storia, del linguaggio, dell'uomo, dello stato;
ma non ti dà la storia, il linguaggio, l'uomo, lo stato. Ti dà la coscienza della vita, non ti dà la vita, ti
dà la forma, non ti dà la materia, ti dà il gusto, non ti dà l'ispirazione, ti dà l'intelligenza, non ti dà il
genio.
Una forma non intende l'altra. Il sentimento non comprende l'immaginazione, e
l'immaginazione non comprende l'intelligenza. Ciascuna forma pone sè stessa nelle altre, e non ci
vede che sè, e si ride di ciò che non è lei. Il sentimento guarda con occhio di compassione l'uomo
d'immaginazione, che ha bisogno d'idoli per alzarsi fino ad esso; e l'intelletto non comprende il
sentimento nella sua ignoranza semplice e commovente. Una forma progredisce davvero, quando
riconosce il suo limite nelle altre forme, e le studia e le comprende e le rispetta e fa di quelle il suo
vestito. La religione cattolica fu potente davvero, quando uscì dal suo ascetismo, e riconobbe il suo
limite nella vita, e se ne appropriò le passioni, gl'interessi e le forme, e il papa fu Re, e il Cardinale
fu principe, e il Vescovo fu barone. Sotto a quel vestito temporale ci era lei nel suo spirito e nella
sua verità; e se scadde, gli è che quel vestito divenne il suo corpo e la sua sostanza, e se perdette la
vita temporale, gli è che da lei s'era ritirata la vita spirituale. Un gran progresso ha fatto la scienza,
quando è giunta a riconoscere il suo limite nella vita, e si è fatta potente, perchè si è fatta modesta.
Quel giorno che potè contemplare sè nella vita, e trovare ivi dentro la sua sfera accanto alle altre e
studiarle, comprenderle, rispettarle nella loro autonomia, nella loro libertà, nel loro diritto alla vita,
appropriarsele, fare dì quelle il suo vestito, rimanendo ivi dietro causa attiva e trasformatrice, quel
giorno fu il principio della sua potenza. Questa è la grande scoperta del nostro secolo, che vale bene