mancasse, e spianare bene il tuo smalto. Poi bagna il detto smalto col detto pennello, se bisogno
n'ha; e colla punta della tua cazzuola, ben piana e ben pulita, la va' fregando su per lo intonaco. Poi
batti le tuo' fila dell'ordine, e misura lo prima fatto allo 'ntonaco di sotto. E facciamo ragione che
abbi a fare per dì solo una testa di Santa o di Santo giovane, sì come è quella di Nostra Donna
santissima. Come hai pulita così la calcina del tuo smalto, abbi uno vasellino invetriato; ché tutti i
vaselli vogliono essere invetriati, ritratti come il migliuolo o ver bicchiero, e voglion avere buono e
grave sedere di sotto, acciò che riseggano bene che non si spandessero i colori. Togli quanto una
fava d'ocria scura (ché sono di due ragioni ocrie, chiare e scure); e se non hai della scura, togli della
chiara macinata bene. Mettila nel detto tuo vasellino, e togli un poco di nero, quanto fusse una lente;
mescola colla detta ocria. Togli un poco di bianco sangiovanni, quanto una terza fava; togli quanto
una punta di coltellino di cinabrese chiara; mescola con li predetti i colori tutti insieme per ragioni,
e fa' il detto colore corrente e liquido con acqua chiara, senza tempera. Fa' un pennello sottile acuto
di setole liquide e sottili, che entrino su per uno bucciuolo di penna d'oca; e con questo pennello
atteggia il viso che vuoi fare (ricordandoti che divida il viso in tre parti, cioè la testa, il naso, il
mento con la bocca), e da' col tuo pennello a poco a poco, squasi asciutto, di questo colore, che si
chiama a Firenze verdaccio, a Siena bazzèo. Quando hai dato la forma del tuo viso, e ti paresse o in
le misure, o come si fosse, che non rispondesse secondo che a te paresse; col pennello grosso di
setole, intinto nell'acqua, fregando su per lo detto intonaco, puoi guastarlo e rimendarlo. Poi abbi un
poco di verdeterra ben liquido, in un altro vasello; e con pennello di setole, mozzo, premuto col dito
grosso e col lungo della man zanca, va' e comincia a ombrare sotto il mento, e più dalla parte dove
dee essere più scuro il viso, andando ritrovando sotto il labbro della bocca, e in nelle prode della
bocca, sotto il naso; e dal lato sotto le ciglia, forte verso il naso; un poco nella fine dell'occhio verso
le orecchie: e così con sentimento ricercare tutto 'l viso e le mani dove ha essere incarnazione. Poi
abbi un pennello aguzzo di vaio, e va' rifermando bene ogni contorno (naso, occhi, labbri, e
orecchie), di questo verdaccio. Alcuni maestri sono che adesso, stando il viso in questa forma,
tolgono un poco di bianco sangiovanni, stemperato con acqua; e vanno cercando le sommità e rilievi
del detto volto bene per ordine; poi danno una rossetta ne' labbri e nelle gote cotali meluzzine; poi
vanno sopra con un poco d'acquerella, cioè incarnazione, bene liquida; e rimane colorito.
Toccandolo poi sopra i rilievi d'un poco di bianco, è buon modo. Alcuni campeggiano il volto
d'incarnazione, prima; poi vanno ritrovando con un poco di verdaccio e incarnazione, toccandolo
con alcuno bianchetto: e riman fatto. Questo è un modo di quelli che sanno poco dell'arte: ma tieni
questo modo, di ciò che ti dimosterrò del colorire; però che Giotto, il gran maestro, tenea così. Lui
ebbe per suo discepolo Taddeo Gaddi fiorentino anni ventiquattro; ed era suo figlioccio; Taddeo
ebbe Agnolo suo figliuolo; Agnolo ebbe me anni dodici: onde mi mise in questo modo del colorire;
el quale Agnolo colorì molto più vago e fresco che non fe' Taddeo suo padre.
Prima abbia un vasellino: mettivi dentro, piccola cosa che basta, d'un poco di bianco
sangiovanni, e un poco di cinabrese chiara, squasi tanto dell'uno quanto dell'altro. Con acqua chiara
stempera ben liquidetto; con pennello di setole morbido, e ben premuto con le dita, detto di sopra,
va' sopra il tuo viso, quando l'hai lasciato tocco di verdeterra; e con questa rossetta tocca i labbri, e
le meluzze delle gote. El mio maestro usava ponere queste meluzze più in ver le orecchie che verso
il naso, perché aiutano a dare rilievo al viso; e sfummava le dette meluzze d'attorno. Poi abbi tre
vasellini, i quali dividi in tre parti d'incarnazione; che la più scura, sia per la metà più chiara che la
rossetta; e l'altre due di grado in grado più chiara l'una che l'altra. Or piglia il vasellino della più
chiara, e con pennello di setole ben morbido, mozzetto, togli della detta incarnazione, con le dita
premendo il pennello; e va' ritrovando tutti i rilievi del detto viso. Poi piglia il vasellino della
incarnazione mezzana, e va' ricercando tutti i mezzi del detto viso, e mani e pie' e imbusto, quando
fai uno ignudo. Togli poi il vasellino della terza incarnazione, e va' nella stremità dell'ombre,
lasciando sempre, in nella stremità, che 'l detto verdeterra non perda suo credito; e per questo modo
va' più volte sfumando l'una incarnazione con l'altra, tanto che rimanga bene campeggiato, secondo
che natura 'l promette. Guar'ti bene, se vuoi che la tua opera gitti ben fresca, fa' che col tuo pennello
non eschi di suo luogo ad ogni condizione d'incarnazione, se non con bella arte commettere
gentilmente l'una con l'altra. Ma veggendo tu lavorare, e praticare la mano, ti farebbe più avidente
che vederlo per iscrittura. Quando hai date le tue incarnazioni, fanne un'altra molto più chiara,
squasi bianca; e va' con essa su per le ciglia, su per lo rilievo del naso, su per la sommità del mento