luoghi di riposo, per disposizioni sfavorevoli e per ritardo di appello il male assai facilmente
degenera in acuto, e porta al Creatore che non vuol perder nulla delle sue fatiche. L’altr’ieri in certa
famiglia che visitai, di 11 persone che tra padroni e domestici la compongono, n’eran malate 14! E
ciò come? Infermò anche un servitore di supplimento, e poi il medico, e poi il chirurgo. I medici, o
sono in letto, o pochi visitano, dico pochi rispetto ai moltissimi che entrano sulle lor liste. Da tutte
le quali cagioni risulta che per qualche giorno una casa stenta a trovare chi le ordini brodo e che le
ne dia. Io reggo ancora, ma lauda finem, perché, perché, perché... Parliamo di cose allegre. Dal
confronto delle vostre 4 e 21 (rapporto alla S.a Leandra) esce la conseguenza che questa seconda è
una pezza di tonaca da cappuccino per rattoppare una porpora da Cardinale / come disse la Chia[ra]
Mem[oria] di Giulio da Pesaro /. Mi sono anche messo gli occhiali, ed ho conchiuso che secondo la
vostra del 4 non è possibile che non abbiate pagata la stiratura, e secondo l’altra del 21 è possibile
che non l’abbiate pagata. Questo logogrifo non m’entra in capo: ma pure alle corte: se l’avete
pagata, ditemi per quanto, ed io vi manderò la pecunia; se non l’avete pagata, permettetemi di
tornare a non capir niente. Eccoci al fustagno delle Zoccolette. La stessa Antonia, con le stesse
gambe, per la stessa strada, allo stesso convento, dalla stessa Maestra Zoccoletta, andò, girò, arrivò,
richiese lo stesso fustagno per lo stesso prezzo. E dopo tutte queste stesse cose, accadute in presenza
del mio Cuoco-sarto e del mio Ciriolo, venne fuori la stessa canna di fustagno che io mandai a voi,
ed andò dentro la moneta che voi mandaste a me. Io serbo poca memoria di pelo: so però bene,
perché cosa recentissima, che la Maestra Zoccoletta, o bugiarda o cogliona (perdonate l’epiteto)
assicurò all’Antonia, al Domenico e al Cirïolo quello essere il sicut-eratnunc-et-semper-fustagno
della loro fabbrica. Or voi parlate solo di pelo, e parlate bene; ma come di qui si cava l’imbroglio?
Ecco un secondo logogrifo da indovinare. Oggi pel cuoco-sarto io manderò altrove a dimandare il
prezzo de’ fustagni pelosi come la carità pretina. Il Cuoco-sarto, antonomasia di Domenico
Maranghini, è il solo quasi in che io possa far conto, dacché fa egli da Marta e da Maddalena per la
malattia di 3 miei domestici, fra’ quali l’Ancilla Antonia. —
Art.o — 4°. Borghi e Piccolomini. Molte cose e fatti mi dite di questi Signori. Mi pare di vedervi
scrivere! La faccia mutata e il collo in tensione. Ma se qui avete ragione, come io credo che
l’abbiate, avete ragione. — Cosa potrei oggi più farvi? Mi vedo a parte delle cause de’ vostri
rancori, e m’inquieto anch’io per voi, per far cosa nuova. Però, un economo rinunciava, un
procuratore moriva: voi abbisognavate di un procuratore e di un economo. Io stava quì, e voi là. Voi
dicevate: io faceva. Mi parve far bene: voi pure sul principio vi scriveste contenta: ma pure feci
male. Chi vedesse il futuro andrebbe in paradiso di certo. Anch’io in casa aveva un legale, e credo
onorato, se quì pure non erro: ma la lentezza [?] de’ suoi anni mi fece vedere che non faceva per
voi; e poi, e poi, a me non piaceva che quattrini di casa vostra entrassero a casa mia. Tra i Curiali di
Roma Borghi mi parve il più attivo, il più onesto: mi parve. Tra i prelati di Roma Piccolomini era
parente a mia moglie e amico a me. Mi parve opportuno per voi. Furono eletti. Poi venne appresso
un brutto settennio, il settennio delle vacche magre di Giuseppe, ed io non potei più spingere i buoi.
Ora certo è accaduto gran danno. Voi gridate, questi gridano: io sto in mezzo, e ho due sole
orecchie. Fischiano esse certo in vostro favore, ma le altre 4 orecchie di costoro non la intendono
come le due mie. E notate, già che siamo in sui numeri che io ho salito altre volte i 95 gradini del
Borghi per fare il ritiro delle carte. Il Borghi non v’era. L’ho però una volta trovato, e mi ha pregato
di una dilazione di alcuni giorni per trovare il tempo di trovare le carte nelle posizioni che deve
trovare. Questa pendenza va alla metà della settimana seguente: ed io spero che in ciò lo studio
Borghi non vorrà essere banco fallito. Io poi ho una vocetta e due polmoncini che mi verranno in
soccorso. —
Art.o — 5°. Lavagna. La lavagna è un prodotto vulcanico una cui lastra incorniciata, infondata e
incassata sta già aspettando la Croce di Dio. E se il sarto muore, per questo viaggio ancora la
berretta non vede codesta fedelissima nostra provincia. —
Art.o — 6°. Quadrati. Ringrazio il Sign.r faciebat, al quale pregovi dire, in risposta alla sua
codicillaria, che sarà fatto da me il suo piacere circa alle medaglie: ma che però alla maniera del
Borghi lo prego di tre o 4 giorni di pendenza, mentre per ora sto alquanto in faccenda per un
opuscolo che voglio fare pubblicare relativam[ent]e a certo libro Maceratese. Ora stringo le idee;
quando queste sono strette, la cosa va come una spada. E la Matildina anch’ella ha fatto il suo 28°?
Brava Matildina! la lodo e la conforto a intendersela con la lavagna. Stà [sic] a vedere che davvero