Bologna, in modo che tra loro tre, cioè Bologna e li due dardi, faccino un triangulo bene sparto.
Fatto questo, cominciate da uno de' dardi quale forse sarà più presso verso Ferrara, e ponetevi con le
spalle verso Ferrara col viso verso questo dardo, e mirate verso il secondo dardo la giù,
addirizzando il vedere vostro per questo primo qui dardo; e su quella linea che farà in terra il vostro
vedere, lungi dal dardo venti piedi ponete un segno, e se piace a voi, sia una ciriegia. Poi volgetevi
col viso verso Bologna, e mirate per dirittura di questo medesimo dardo, e in terra simile nella linea
qual farà lì il vostro vedere, lungi trenta piedi ponete una rosa o quello vi piace. Arete adunque
notato in terra uno triangulo, del quale uno angulo verso Ferrara sarà el dardo, verso il mare sarà una
ciriegia, verso Bologna sarà una rosa. Chiamasi adunque el dardo qui A, la ciriegia B, la rosa C.
Misurate quanto sia da B ad A, e quanto da A a C, e da C a B, e notate bene queste misure appunto.
Fatto questo, ite al secondo dardo, e volgete il viso verso Ferrara, e scostatevi venticinque piedi, e
per questo secondo dardo mirate a dirittura il dardo primo, e per questa dirittura, quale fa il vostro
mirare, ponete una ciriegia presso a questo dardo primo quanto stava B presso ad A. Poi volgete il
viso verso Bologna, e per la dirittura di questo dardo mirate Bologna, e in terra su quella linea
ponete una rosa distante dal dardo proprio quanto fu nel primo triangulo distante C da A, e terrete un
filo da questo dardo fino alla rosa. Fatto questo, tornate dove ponesti la ciriegia, e per dirittura di
questa ciriegia mirate Bologna, e notate bene dove questo mirare testé batte in terra e taglia il filo
posto e tirato fra 'l dardo e la rosa, e qui ponete una bacchetta. Arete qui notato un altro triangulo,
quale uno angulo sarà il dardo, chiamisi D, l'altro sarà la ciriegia, e chiamisi E, el terzo sarà lo
stecco, chiamisi F. E per meglio esprimere, eccovi a simile la pittura.
Dico che qui vi conviene considerare che voi avete tre trianguli, l'uno è ABC, l'altro DEF, el
terzo è quello il quale gli anguli suoi sono l'uno Bologna, l'altro el dardo A, l'altro la ciriegia E.
Misurate quante volte entra la linea ED nella linea EF nel suo piccolo triangulo, tante volte EA
entrerà in tutta la linea E persino a Bologna nel suo gran triangulo. Per meglio esprimere, eccovi del
tutto l'essemplo a numeri. Sia DE dieci piedi, e sia EF quaranta piedi. Dico che come dieci entra in
quaranta quattro volte, così la linea e spazio EA enterrà volte quattro nella linea e spazio fra E e
Bologna; e se ED enterrà trenta volte in EF, da qua dove voi operate sino a Bologna sarà trenta
volte quanto sia da A sino ad E. Ma perché non si possano sempre vedere ad occhio le distanze, e
giova sapere proprio quanto la cosa sia distante, vi darò modo di misurare quanto sia da Ferrara sino
a Milano giacendo e dormendo, e in tanta misura arete certezza per insino ad un braccio. Farete
così.
Abbiate un carro; quanto le ruote sono maggiori d'ambito, meglio fia. In sul motto grosso
della ruota, in quale stanno fitti e' razzi, e nel quale entro pertusato passa quello ch'e' Latini
chiamano axis, cavate una fossetta non maggiore né più profonda se non quanto essa riceva una sola
pallotta. E fate una cassa col suo pertuso sopra al vostro motto del carro, in modo che nessuna
pallotta esca se non quando volgendosi la ruota una sola n'entri nella sua fossetta. Empiete questa
cassetta di pallotte, e sotto fatevi dove, quando volgendosi la ruota lasci la pallotta riceuta nel
pertuso fatto sotto, sia ricolta, o sacco o che si sia. Credo per vostro ingegno intendete come
secondo il numero delle pallotte cadute vi saranno note le volte della ruota, e a voi sia noto quanto
volge la ruota. Conterete adunque tante pallotte, tante ruote, e tante volte, tante braccia. Eccovi