Il Re si crea per voti d'urna, non per ragione di retaggio; e perché nella contrarietà, che ha il
Soggetto emulato con gli Emuli, son varie le passioni de' Fattionarij, il più vago Spettacolo della
Corte è la mutatione, in cui i Pretendenti rovesciando gli odij nel Re caduto, trasferiscono gli
ossequij nell'inalzato, quindi avviene, che la Fede colà è volubile in tutti, come usata a vaccillar
sempre nella devotione de' Numi; e gl'effetti de' Tributarij per lo più son meretrici, perché son
posticci. Chi vuol vivere in quella Corte, è forzato così ad haver passione di non esser libero, come
a trasportare in varij oggetti la libertà delle passioni humane, perché habbiamo i Cortegiani a sentir
rimproverata da Seneca la loro miseria in quei detti. (195) Eorum miserrima conditio, est qui ne fuis
quidem occupationibus laborat, ad alienum dormiunt somnum, ad alienum ambulant gradum, ad
alienum comedunt appetitum & amare, & odisse, res omnium liberrimas, iubentur.
In più guise s'ottengono prosperità in quella Corte, ad alcuni nascono spontanee le venture, come
avveniva delle piante nella prima Creatione del Mondo, in altri ogni frutto nasce dai semi; e però chi
vuol raccorre oro, lo sparge. Comunemente il bene più s'acquista per genio fatale di chi lo dà, che
per sagace industria di chi lo pretende; onde, se fusse Tacito in Macedonia, non porrebbe in dubbio,
se la gratia coi Principi dipenda da fato, o da prudenza humana. (196) Dubitare cogor fato, & sorte
nascendi, ut cætera, ita Principum inclinatio in hos, offesio in illos; an sit aliquid in nostris consilijs,
&c.
Nel rovescio dei mali variamente, come nel dritto dei beni, procedessi: ma per lo più non vi domina
Astrea, senza l'Astro; poiché alcuni, non perché amino, ma perché son amati, s'inalzano; & altri, non
perché odijno, ma perché sono odiati, s'abassano.
Nelle impressioni delle Lettere, i dotti, e le Carte son quasi il medesimo in Salonichi: perché le
Carte da gli Stracci nacquero, e i Dotti fra Stracci vivono. Molte volte è Giudice del merito d'un
Letterato più la Vista, che l'Udito: ond'io direi, che le nostre Donne hanno più senno di quei Satrapi;
perch'essi nello scegliere un Huomo al loro servitio, s'appagano dell'apparenza: e queste nel
comprare una pentola, la provano col tintinno.
Formano però anche là un'ottima eccettione alla cativa Regola alcuni Personaggi per Ingegno,
Natali, e Virtù d'animo esemplari, e di stima degni, e questi non disdegnano di riconoscer gl'inchini
d'un Letterato, e di specchiarsi in esso, sapendo, che i Promontorij specchiano le loro gigantee
alterigie in quell'onde, che lambiscono i loro piedi; ma perché i Buoni si contano hoggidì, come le
Bocche del Nilo, vi sono anche molti per contrario, che chiamano la Poesia Lamina d'Orpello;
perché ha splendore nell'apparrenza, ma non vale, che ad ingannare, & a stridere, & altri sono, che
commendano i Poeti, per trarne lodi; non amano di comandarli, per dar loro mercedi; e così può
dirsi della Poesia, come cantò della Bontà Giuvenale, (197) Laudatur, & alget.
Si vide colà ne gli andati Secoli qualche erudito huomo inalzato, e tenuto in pregio; ma per
maraviglia si strepitò col Satirico. Exemplum novorum fatorum, come si disse di Quintiliano
arricchito.
Né mancano anche hoggi letterati huomini, ch'entrano colà a i servigij di quei Primati; ma è certo,
che ogn'altro mestiero vi fanno fuor, che il loro, chi sarà più degno di un altro, di dar da bere al
Padrone, non havrà però dal Padrone più da magnare di quel che un altro si habbia, anzi, quando il
Letterato muoia in servitio, sarà forza, che lasci herede il Padrone, non di quello che hebbe per
mercede: ma di quel che avanza per merito.
In somma trattiene quei pochi, che vi distinsi, gli altri, molti vogliono, che le lettere di un Huomo
sian prezzo, da comprare il servitio, non pompa da adornare la padronanza. Quindi è, che fra i
Sudditi ancora è più scorza di letteratura, che midolla; perché poco frutto se ne tragge; e poche Arti
da gli honori son coltivate: e però non avanzandosi gl'huomini per sentiero di scienze a i gradi, non
curano gl'ingegni giovanili di trapassare in esse da i Novitiati alle Professioni. Una sola Filosofia si
studia in quella Corte, & in essa la maggior parte de i Padroni son Maestri; ed è, che l'Anima di chi
regna, non habbia fede nel Cervello, ma nel Sangue.
Questa appunto è la succinta Historia della Macedonica Corte, in sermoni disciolte. Se bramate hora
di sentire i meriti della medesima, legati in Versi, eccovi scritta in questo seguente Foglio
un'acconcia Satiretta, che ne composi in cammino. Rorazalfe, che era vicino a Teledapo, pregollo
tosto, che ne rimettesse a lui la Lettura; onde havutono il Foglio, n'espresse immantinente alla
curiosità degli Uditori il contenuto con tal ordine.